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Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival

Musica

Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival

Elegante allestimento di Pizzi per un'edizione super integrale

PESARO, 07 agosto 2021, 11:21

di Alessandra Massi

ANSACheck

Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA

Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA
Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO - Moise et Pharaon torna al Rossini Opera Festival di Pesaro: è il titolo di apertura della 42/edizione, negli ampi spazi della Vitrifrigo Arena di Pesaro, il 9 agosto. Torna perché intimamente legato alla storia del festival nelle sue varie versioni: Mosè in Egitto, capolavoro del periodo napoletano di Rossini, scritto nel 1818-1819, e il rifacimento francese del 1827 Moise e Pharaon, appunto, allargato a quattro atti, con nuovo testo, varie revisioni, tutti i recitativi riscritti e nuovi brani, compresi 20 minuti di musica per balletto (obbligatorio per i teatri operistici francesi) e un Cantique finale. In totale oltre tre ore di musica nell'edizione super integrale come è consuetudine a Pesaro, affiancata in questa occasione all'allestimento prestigioso di Pier Luigi Pizzi, che nel 1983 aveva firmato la prima produzione di Mosè in Egitto del Rof.

Il regista inglese Graham Vick, scomparso da poco a cui il Rof 2021 è dedicato, affrontò Moise nel 1997 e Mosè nel 2011. Nel 1827, l'opera in 4 atti, indicata come oratorio ed eseguita in periodo di quaresima, su libretto di Luigi Balochi e Étienne de Jouy, che saccheggia la Bibbia, mettendo insieme la comparsa dell'arcobaleno, il roveto ardente e il passaggio del Mar Rosso, con in più la storia dell'amore contrastato tra il figlio del faraone e una giovane ebrea, ebbe un successo trionfale: rimase in cartellone per tutta l'estate e l'autunno del 1827, e per buona parte del 1828. Moise capitalizzò il fascino per l'Egitto suscitato dalla spedizione di Napoleone, ma anche l'interesse per l'emancipazione dei popoli, tema di attualità sull'onda della guerra di indipendenza greca, con un impianto musicale innovativo per l'epoca in cui le pagine corali entrano decisamente nell'azione drammatica. Uno scenario ben presente a Pizzi, che ormai ultranovantenne, con la collaborazione di Massimo Gasparon e le coreografie di Gheorghe Iancu, lavora sul 'togliere' per un allestimento essenziale ed elegante, con il coro disposto ordinatamente ai lati della scena, giocando su pochi colori (blu, viola, porpora per gli Egizi, bianco e tinte neutre per gli Ebrei) e su pochi elementi simbolici (la presenza ricorrente di un bambino, le allusioni alla segregazione degli Ebrei) e su effetti speciali con videoproiezioni suggestive per la luce che simboleggia Dio, la scena delle tenebre, il crollo della piramide e ovviamente il passaggio del Mar Rosso.

Solo alla fine c'è un riferimento più diretto all'attualità, con gli Ebrei in controluce come ombre cinesi su uno sfondo bianco, in abiti da kibbutz. Giacomo Sagripanti sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e del Coro del Teatro Ventidio Basso dirige con energia una partitura ricca di momenti importanti e di inventiva melodica: marce e cori, la scena delle tenebre, i duetti, compresi quelli d'amore, le molte scene di assieme di gusto polifonico e infine la preghiera di Moise, più nota nella sua versione italiana: "Dal tuo stellato soglio". Tutta di alto livello la compagnia di canto: Roberto Tagliavini, autorevole Moise, Erwin Schrott, ottimo avversario come Pharaon, Andrew Owens e Eleonora Buratto (i giovani Amenophis e Anai), Vasilisa Berzhanskaya (voce brunita ed estesa per Sinaide, la moglie del faranone), Alexey Tatarintsev (Eliezer), Matteo Roma, Monica Bacelli e Nicolò Donini. La serata della prima sarà trasmessa in diretta su Rai RadioTre. Repliche il 12, 16 e 19 agosto.

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