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Troppe censure e insulti omofobi, i Mashrou' Leila si fermano

Troppe censure e insulti omofobi, i Mashrou' Leila si fermano

La più popolare band Medio Oriente lascia dopo 15 anni

15 settembre 2022, 16:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAMed) - BEIRUT, 15 SET - I Mashrou' Leila, il più popolare gruppo musicale giovanile del Medio Oriente animato da quattro libanesi e conosciuto in tutto il mondo, sospende le sue attività dopo quasi 15 anni a causa di ripetute censure subite dai governi della regione e da continui insulti omofobi ricevuti in questi anni sui social network.
    Lo ha annunciato il leader e cantante della band, Hamed Sinno, originario di Beirut e che ha ammesso da anni di essere queer.
    In una trasmissione radiofonica libanese Sinno ha precisato che non si tratta di sciogliere definitivamente il gruppo musicale, nato nel 2008 e composto da Haig Papazian, Carl Gergès et Firas Abou Fakhr.
    "Dopo tutto quello che è successo - ha detto Sinno riferendosi a numerosi concerti cancellati in Medio Oriente e ai ripetuti attacchi ricevuti sui social - siamo arrivati a un punto nel quale ci siamo detti, 'smettiamo per ora e ciascuno può prendere la direzione che vuole. Poi si vedrà".
    Tra gli episodi negativi che hanno maggiormente spinto Sinno e i suoi compagni a prendere questa decisione ci sono le censure imposte negli anni passati dai governi libanese, egiziano e giordano e il suicidio di una ragazza egiziana, Sarah Hejazi: fan del gruppo e dichiaratasi anch'essa queer, Hejazi è stata per questo arrestata e torturata nelle carceri egiziane, prima di ottenere asilo politico in Canada dove si è poi tolta la vita.
    I testi delle canzoni dei Mashrou' Leila non sono esplicitamente trasgressivi o volgari ma contengono allusioni e riferimenti a testi religiosi considerati blasfemi sia da autorità musulmane che da quelle cristiane del Medio Oriente.
    Quello che in questi anni ha allarmato le autorità dei vari paesi è inoltre il fatto che i concerti del gruppo si trasformano in raduni di massa di giovani attivisti pronti a contestare il potere definito maschilista e patriarcale, dei governi mediorientali. (ANSAMed).
   

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