"Mi sarei aspettato un invito a
Sanremo per i Nomadi, in virtù di 60 (sessanta) anni di storia,
musica, lotta, rabbia e dolcezza. Loro non lo dicono per
correttezza e classe, ma dato che posso, lo dico io che di
classe ormai ho smesso di ammantarmi. Non invitare i Nomadi,
Beppe Carletti (in primis), Daniele, Cico, Massimo, Yuri e
Sergio per i loro sessant'anni, dopo tutto quello che hanno
costruito e dopo tutti i sogni che hanno fatto sognare per tre
generazioni.... Beh. È una grande mancanza di rispetto per gente
che è cresciuta a pane e ferro per i palchi di mezzo mondo e non
ha mai usato l'autotune. Avete perso una grande occasione". Lo
scrive in un post su Facebook l'ex cantante del gruppo emiliano
Danilo Sacco, voce della band dal '93 - dopo la scomparsa di
Augusto Daolio - al 2011.
"Posso anche non avere competenza tecnica in questo senso ed
in definitiva, dopo quarant'anni di palco, ho bisogno di
imparare ancora molto. Ma..... Non invitare i Nomadi, ripeto, la
trovo una grande mancanza di rispetto", aggiunge Sacco nel
messaggio, che in poche ore ha superato 12mila 'like'.
"Personalmente, con i Nomadi, ho avuto il piacere di partecipare
tre volte a Sanremo. Con il professore Roberto Vecchioni (un
genio, ma non lo devo dire io), con la dolcissima Irene
Fornaciari (grande voce, grande umiltà) e con Gianluca Grignani
(uno che, credetemi, le cose le sa scrivere eccome). Ho sempre
ricavato belle emozioni ed incontrato parimenti belle persone.
Sempre. Ma quest'anno c'è qualche cosa che mi rode in gola e
dato che nessuno lo dice, lo dico io".
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