Tre anni fa Diodato celebrava l'esistenza, tra onde alte e porti sicuri, con l'album, certificato Platino, "Che vita meravigliosa". Oggi, come a seguire un flusso mai interrotto, il cantautore tarantino torna con il nuovo disco di inediti "Così speciale" (in uscita il 24 marzo per Carosello Records). "Sono felice, mi sento molto rappresentato da questo nuovo lavoro, con cui sono fortemente in connessione - racconta Diodato -. Sento che esce nel momento giusto e questa cosa mi fa star bene. Ho raccolto tanto in questi tre anni, ho incontrato persone, ho viaggiato e aperto la mia mente". Dieci le tracce che compongono l'album, dieci fotografie che fermano dieci attimi di vita, "sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita", perché, aggiunge ancora l'artista, "credo di essere in connessione con queste fotografie, tutte molto attuali, sul mondo e sul caos che mi circonda e che me le fa sentire molto addosso. Parlano del mondo intorno a me, ma parlano soprattutto di me".
L'album si apre con "Ci vorrebbe un miracolo", in cui Diodato fornisce un'istantanea dei tempi strani in cui viviamo, in cui ognuno sente di dover dire la sua e spesso l'arroganza la fa da padrone. "E' una richiesta d'aiuto, uno sguardo sul caos della società. Sì, certo, anche la guerra a un passo da casa, su cui ognuno dice la sua. Ma da non credente non so a chi chiederlo questo miracolo. Eppure io ho speranza e fiducia nell'umanità, nonostante tutto: e il mio è un invito a rimboccarsi le maniche.
La soluzione alle estremizzazioni è l'incontro, la comprensione.
Provare a capire insieme penso sia alla base del tessuto sociale. Il miracolo è togliersi i paraocchi, liberare mani e orecchie".
"Così speciale" è un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall'intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi. Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato (e prodotto da Tommaso Colliva), è anche figlio della volontà di essere suonato da musicisti in carne ed ossa. "La mia attitudine da sempre: sono innamorato di quel tipo di musica che vibra, alcuni brani sono anche stati registrati in presa diretta. Ma questo non significa non sperimentare". E si è divertito a farlo soprattutto nel brano "Che casino", che mostra una parte più nascosta di sé. "Chi mi conosce poco, pensa che io sia uno solo da ballad romantiche, ma i miei album sono pieni di cose che si distaccano da quello, come questo brano. Per la prima volta sono partito da un bit e ho iniziato a cantarci sopra, giocando con le voci. Alla fine vibra molto forte e anche dal vivo sarà molto divertente. Sono uno cui piace giocare, prendersi in giro. Dentro di me vive anche un aspetto più cinico e disincantato".
Tutto l'album è permeato da un filo autobiografico che Diodato rivendica. "Ci tengo che si senta che c'è tanto di me.
Come in "Occhiali da sole", che è stato come farsi una foto e metterla in una canzone. E' una riflessione sul peso delle aspettative di chi ti è vicino: quando ho scelto di intraprendere questo percorso, sapevo che stavo comprando un biglietto per le montagne russe e che avrei fatto una vita diversa da quella dei miei amici. Scrivendo questo brano ho pensato al potere di occhiali da sole che possono nasconderti da certe sensazioni".
Diodato porterà dal vivo il suo album in primavera con dieci date nei club italiani ed europei a partire dal 15 aprile da Padova.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA