Take Five, uno dei brani jazz più
rappresentativi di Dave Brubeck, dà il titolo alla maratona di
concerti che sabato 15 e domenica 16 aprile propone a Roma Avos
Project, la scuola internazionale di musica. Nel Pontificio
Istituto di Musica Sacra la due giorni coinvolgerà 53 allievi,
13 docenti, 19 quintetti in dieci concerti dedicati alla
scoperta di cinque strumenti del repertorio cameristico
guardando ai grandi titoli del jazz, da In the mood a Autumn
leaves, Cheek to cheek, I've got you under my skin, My favourite
things, I got rhythm.
Ogni appuntamento è ispirato ad uno standard jazz la cui
ritualità e pratica musicale - ricordano gli organizzatori - ha
molti punti in comune con la musica da camera. In cartellone
spiccano i nomi di Carlo Maria Parazzoli, David e Diego Romano
(dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia),
Mirei Yamada, Kevin Spagnolo, Alessio Pianelli, Mario Montore e
Massimo Spada, affermati sulla scena internazionale, che
affiancheranno i migliori allievi della scuola nell'esecuzione
di programmi che alternano ai grandi capolavori della
letteratura cameristica - composti da Brahms, Bartok, Schumann e
Mozart - alcuni brani di rara esecuzione di Zarebski, Medtner e
Dohnányi. L'ingresso a tutti i concerti è gratuito con
prenotazione.
"Nel jazz, - dice Davide Romano, fondatore di Avos Project -
i giganti si cimentano nel reinterpretare gli standard composti
prima di loro, così come l'esecuzione dei capolavori classici
che, ad ogni esecuzione, ci riporta al momento esatto in cui
quel brano è stato concepito. Noi vogliamo proporre sul palco
l'improntitudine del jazz, il continuo scambio tra docenti e
allievi e la ricerca di repertori meno eseguiti per offrire
sempre ai musicisti e al pubblico una nuova prospettiva".
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