"Odio dirlo, ma non penso che la gente sia toccata a livello emotivo dalla guerra in Ucraina, semplicemente perché riguarda le sue tasche. L'Ucraina è una grande risorsa di cibo per il mondo, di risorse naturali, di gas. Perché non si commuovono per le mille altre terribili guerre che ci sono in Africa e in tutto il mondo? Perché quelle non toccano le loro tasche. Non c'è una sola guerra che non meriti attenzione e solidarietà, aiuto e rispetto". A parlare è la cantante israeliana Noa, in Italia ("il Paese dove mi sento a casa") per presentare la seconda edizione de L'Arca di Noa, il festival da lei ideato che si terrà ad Arona sul lago Maggiore dal 22 al 25 giugno. Quattro giorni di musica per promuovere l'arte e la cultura, ma soprattutto l'uguaglianza, la solidarietà e l'unicità di tutti gli esseri viventi. "L'occasione per ascoltare musicisti eccezionali che non si sono mai esibiti in Italia". Il primo giorno sarà dedicato alla musica classica (con il pianista David Fray e le violoncelliste Hila Karni e Lir Vaginsky); il secondo alle identità regionali con la Spagna a farla da padrona (con il pianista basco Inaki Salvador e la cantautrice catalana Judit Neddermann); tema centrale della terza giornata è "Guerra e Pace", con musicisti provenienti da Paesi in conflitto: Ucraina, Iran e Israele (il pianista e compositore Vadim Neselovskyi e la band irano-israeliana Sistanagila con sede a Berlino). Il jazz sarà protagonista della serata di chiusura con l'Antonio Faraò Trio e la stessa Noa accompagnata da Gil Dor a salire sul palco. "La musica è un ponte, una mano tesa, un collante che unisce. Partendo dal rispetto per se stessi, per gli altri per la natura", racconta Noa all'ANSA, nella hall del suo albergo romano, da sempre attivista per la pace (in Israele in primis) e per i diritti sociali e ambientali, reduce dalla festa per lo scudetto del Napoli. "È stato pazzesco. Napoli per me è uno 'state of mind'. Uno stato d'animo, un'idea. Rappresenta molte cose: prima di tutto i migranti. I miei vicini in America erano napoletani. E poi Napoli è la flessibilità, l'apertura verso l'esterno. Ci sono tanti tanti problemi, ma la gente non permette che questi uccidano la loro felicità e i loro sorrisi. La società non è schiava dei soldi come in America. La vittoria della squadra è un incoraggiamento per tutti". Parlare di immigrazione in Italia oggi non è facile. "In tutto il mondo ci sono problemi con i migranti - dice Noa - I leader dovrebbero mostrare più compassione umana e solidarietà. Cercare un equilibrio: è una sfida, ma non è una questione da risolvere con tutto bianco e tutto nero". Impegnata nelle questioni del cambiamento climatico, l'artista è a conoscenza anche della tragedia che ha colpito la Romagna nelle settimane scorse: "È un esempio chiaro di come il cambiamento climatico riguarda tutti e che tutti dobbiamo collaborare, prima che sia troppo tardi. Se non lo facciamo, tutti ne soffriremo. Perdiamo solo tempo a combattere uno contro l'altro. Sarà una cosa di cui parlerò dal palco di Arona". Nei giorni del festival Noa festeggerà anche il suo 54/o compleanno "e il mio anniversario di matrimonio". Com'è il suo rapporto con il tempo che passa? "La vita è troppo breve per pensarci. Ho troppe cose da fare e a cui pensare. Non mi tingo neanche i capelli e non ho intenzione di mettere plastica nella mia faccia. Non capisco perché diventare tutte delle Barbie. Amo la mia età, e trova che una donna sia pazzesca a ogni età".
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