Il conflitto tra arte e potere al Caracalla Festival. Tra le rovine meravigliose della Roma antica arriva il 5 e 6 luglio ''Gli occhiali di Šostakovič: onori e terrori di un antieroe'', la pièce di Valerio Cappelli che parte appunto dallo sguardo del grande compositore russo per riflettere sulle verità nascoste del potere della Russia Sovietica con il quale il musicista ebbe un rapporto tormentato.
Protagonista sul palco è Moni Ovadia, affiancato dalla polistrumentista Giovanna Famulari. Lo spettacolo - una coproduzione Ravenna Festival, Festival Puccini, Prima International Company di Angelo Tumminelli in collaborazione con Teatro dell'Opera di Roma - va in scena alle 21 nel nuovo spazio del Teatro del Portico antistante al Tempio di Giove. Cappelli - giornalista, drammaturgo e in questo caso anche regista - racconta la sofferenza e i drammi del compositore cresciuto sotto il regime di Stalin e divenuto simbolo del conflitto tra la libertà artistica e le imposizioni di chi comanda. Ruolo centrale ha naturalmente la musica, dal vivo e registrata, che si intreccia con la pièce. Tra i brani più celebri il Valzer n.
2, già utilizzato da Kubrick in Eyes Wide Shut, e la Sinfonia Leningrado, divenuta il simbolo del terribile assedio della città stretta in una morsa micidiale da Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Attraverso lo studio di romanzi, documenti e lettere, Cappelli smonta e riassembla la vita e l'arte di Šostakovič, combinando parole, immagini e musica per restituire l'atmosfera di un'epoca fatta di guerre, lotte e paure. Gli occhiali di Šostakovič diventa quindi un gioco di specchi, un racconto non lineare. ''Šostakovič è il compositore più decorato e frainteso, più premiato e minacciato - scrive Valerio Cappelli nelle sue note di regia - ma non è mai stato un fantoccio dell'establishment: è stato, questo sì, profondamente sovietico e ha sempre assecondato il suo fiuto artistico in una continua sfida, senza paura di scrivere una musica inusuale. E i compromessi non tolgono nulla alla sua grandezza, la cui essenza è immaginifica''. Il compositore fu celebrato come amico del popolo e allo stesso tempo bollato come nemico del regime. ''La vita di Dmitrij Šostakovič - spiega l' autore - è un cortocircuito drammaturgico. Non era facile vivere, allora, certe notti e certe albe. Dormiva con la valigia aperta sotto il letto, temendo di essere arrestato da un momento all'altro, ed ebbe i funerali come un eroe di Stato''. Lo spettacolo si inserisce nella nuova proposta di prosa del Caracalla Festival 2023, che proseguirà martedì 18 e mercoledì 19 luglio alle 19, con la lettura e il commento di Valerio Magrelli de Le metamorfosi di Ovidio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA