I paparazzi, come avvoltoi, la perseguitano senza tregua fino a quando sarà tardi per coronare il sogno d' amore con il suo Alfredo. La Violetta Valèry resa dal soprano Francesca Dotto come una diva del grande schermo nella Roma della Dolce Vita, infelice e vittima allo stesso modo di Marilyn Monroe, ha strappato lunghi applausi al pubblico della prima a Caracalla. Il capolavoro verdiano riproposto nell' allestimento di successo del 2018 del regista Lorenzo Mariani con il maestro Paolo Arrivabeni sul podio gioca, a volte forse un po' troppo, sulle atmosfere glamour del mondo del cinema italiano Anni Sessanta e il fascino felliniano di Via Veneto, con l' evocazione della capitale francese dell' ambientazione originale richiamata dall' insegna del Cafè de Paris della mitica strada e le pubblicità di bibite e cocktail proiettate sui giganteschi ruderi delle Terme come parte determinante della scenografia. Di grande effetto i momenti corali incorniciati da un grande schermo luminoso, tra red carpet, feste, pizzardoni e vespe che sfrecciano, rock e roll e twist, e lo show di ragazze in pelliccia e guepière.
Francesca Dotto, già protagonista dello stesso allestimento a Caracalla nel 2019 e nel 2016 al Teatro Costanzi nella produzione firmata da Sofia Coppola con i costumi di Valentino, ha avuto accanto il giovane tenore Giovanni Sala nel ruolo di Alfredo Germont e il baritono Christopher Maltman, anche lui molto applaudito nei duetti. Tributo finale per tutto il cast, al direttore, al coro guidato da Ciro Visco e al regista con il suo gruppo di collaboratori - Luciano Cannito (coreografie), Alessandro Camera (scene) Silvia Aymonino (costumi), Roberto Venturi (luci), Fabio Iaquone e Luca Attilii (video). Le repliche il 25 e 28 luglio, il 2, 4 e 9 agosto.
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