La contrabbassista Federica
Michisanti sbanca il Top Jazz 2023 conquistando il primo posto
in ben tre categorie relative all'Italia: Musicista, Disco e
Formazione dell'anno. A incoronarla è il referendum della
critica organizzato ogni anno dalla storica rivista Musica Jazz
fondata nel 1945. La musicista romana trionfa dopo l'uscita del
quinto album, Afternoons, pubblicato a fine settembre da Parco
della Musica Records, l'etichetta della Fondazione Musica per
Roma.
"È un grandissimo riconoscimento e uno sprone a fare sempre
meglio - dice all'ANSA -. Sicuramente mi dice che sono sulla
giusta strada. È un successo che non mi aspettavo. A novembre
Musica Jazz mi aveva dedicato la copertina e già quella mi era
sembrata una cosa impensabile". Il disco, sette tracce di sua
composizione, è stato registrato con Louis Sclavis (clarinetti),
che da qualche anno collabora con lei, Vincent Courtois
(violoncello) e Michele Rabbia (batteria ed elettronica). "La
collaborazione di questi musicisti pazzeschi mi aveva fatto
sperare qualcosa - dice - ma addirittura disco e formazione
dell'anno mi ha proprio sorpreso. Ora bisoga essere all'altezza
di quello che ti arriva. Io cercherò di mettercela tutta". I
suoi modelli? "Ho sentito così tanta musica che è difficile dire
a chi mi ispiro. Sicuramente i contrabbassisti che ho seguito di
più sono Scott LaFaro, Gary Peacock e Dave Holland, un
extraterrestre che può fare quello che vuole".
Federica Michisanti, bassista e contrabbassista, ha studiato
a Roma all'Università della Musica e al Saint Louis College of
Music e ai seminari di Siena Jazz e Città di Castello. Ha vinto
il Top jazz 2018 (nuovi talenti italiani) e nel 2019 il premio
speciale Siae per l'originalità della ricerca compositiva. Ha
vinto il Top Jazz 2020 con il suo Horn trio nella categoria
Formazione Italiana dell'anno. Ha inciso cinque dischi a suo
nome. Gli ultimi due sono stati prodotti da Parco della Musica
Records, che ha piazzato altri 4 lavori nella classifica Top
Jazz dei dischi dell'anno: Schetches of the 20rh Century di
Franco D'Andrea, This woman work di Maria Pia de Vito, Sephardic
Beat di Gabriele Coen e Weave 4 di Arguelles, Bigoni, Delbecq e
Diodati.
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