(di Luciano Fioramonti)
Lisette Oropesa incanta e conquista
il pubblico della prima all' Opera di Roma di La Sonnambula in
una serata che ha avuto il risvolto della pesante bocciatura
della messa in scena del capolavoro di Vincenzo Bellini. Al
termine dello spettacolo, tanto il soprano americano ha riscosso
lunghi applausi insieme con l'intero cast di voci, quanto i
registi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil del collettivo
Le Lab, al debutto d' opera in Italia, sono stati subissati da
una bordata unanime di buu come al Costanzi non si sentiva da
anni. Ha deluso, quindi, la lettura dell' opera seria in due
atti scritta nel 1831 dal compositore catanese con lo
spostamento dell' ambientazione dal villaggio svizzero nella
Roma di questi giorni, in una galleria d'arte chiamata appunto
Helvetia, tra i video girati a Palazzo Barberini, all'hotel
Quirinale e negli stessi spazi del Costanzi, incrociando sul
tema dell' inconscio le immagini con quanto succede in scena in
un alternarsi di sonno e risveglio nella notte che precede il
matrimonio annunciato tra Amina ed Elvino. La scelta di
attualizzare il racconto nel luogo in cui viene rappresentato è
un po' la cifra dei due registi francesi, che puntano a rendere
molto moderno il loro punto di vista con l' uso delle nuove
tecnologie. A complicare la riuscita ha contribuito, però,
proprio il ricorso ai video (nello spezzone iniziale senza
orchestra compaiono anche messaggini inviati dal cellulare),
strada rischiosa che come in questo caso ha l' effetto di
confondere e distrarre l'attenzione dai personaggi e dalla
musica. Da dimenticare, poi, la soluzione della scena del
sonnambulismo, con la protagonista che si muove sul palcoscenico
e canta con due guanciali incollati alla testa. La galleria d'
arte diventa lo scenario per lo sviluppo della storia attraverso
una serie di performance tra cui quella in cui il letto, dai
significati molteplici, evoca con i cartelli 'Bed Peace - Hair
Peace' il gesto pacifista di John Lennon e Yoko Ono nella loro
camera d' albergo ad Amsterdam nel 1969.
Lisette Oropesa, al debutto nel ruolo di Amina dopo essere
stata protagonista con il lirico capitolino dell'opera-film La
traviata per la regia di Mario Martone, ha dato sfoggio delle
sue straordinarie capacità belcantistiche strappando applausi e
'brava' nei duetti come da sola nelle melodie più struggenti.
Buona la prova di John Osborn come Elvino, e di Francesca
Benitez che ha impersonato la rivale in amore Lisa. Ancor più
convincenti Roberto Tagliavini nel conte Rodolfo e Monica
Bacelli per la sua Teresa. Molti applausi anche per Francesco
Lanzillotta, impegnato a condurre l'orchestra nella trama
musicale ricca di arie bellissime, e al coro diretto da Ciro
Visco. Sono previste sei repliche fino al 17 aprile con l'
alternanza nei ruoli principali di Ruth Iniesta (Amina), Marco
Ciaponi (Elvino) e Manuel Fuentes (Rodoldo).
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