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Enrico Pieranunzi, 'Ellington come Picasso, ha creato un mondo'

Enrico Pieranunzi, 'Ellington come Picasso, ha creato un mondo'

Il pianista in scena a Roma con l'omaggio al gigante del jazz

ROMA, 28 giugno 2024, 19:31

di Luciano Fioramonti

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ellington è stato un personaggio gigantesco per quantità, qualità e varietà di tutto ciò che ha prodotto. Ha creato un mondo, situazioni che ancora esistono, resistono e resisteranno sempre. Come Picasso nella pittura". Enrico Pieranunzi parla così del compositore e direttore d'orchestra americano che ha segnato la storia del jazz al quale dedicherà il concerto 'Sophisticated Duke' in programma domani, 29 giugno, a Roma. Il grande pianista, tra i protagonisti della scena italiana e internazionale dalla metà degli anni Settanta con concerti e album che lo hanno visto accanto a nomi del calibro di Chet Baker, Paul Motian, Lee Konitz e Charlie Haden, sarà alla Casa del Jazz con il Roma Jazz Ensemble - otto fiati e un trio - e la cantante Simona Severini ospite speciale in una serata che alterna suoi brani originali e i classici del Duca, da Moon Indigo a Caravan. "L'idea di Sophisticated Duke - spiega all'ANSA - nasce come omaggio a Ellington nel cinquantenario della morte. Il titolo si riferisce alla sua famosa canzone Sophisticated Lady ma allude anche alla genialità, all'eleganza e alla creatività del grandissimo maestro. In scena con me ci saranno sarà musicisti romani di grande valore diretti da Michele Corcella che ha curato gli arrangiamenti". Tra le composizioni scritte da Pieranunzi spicca Duke's Dream, suite di dieci minuti - "un collage di temi che si susseguono senza interruzione ispirato al suo stile e al suo modo di scrivere e di sentire il mondo" - scritta nel trentennale della morte e ora riarrangiata per questo nuovo tributo. "Ho avuto la fortuna di vedere Duke Ellington dal vivo nel 1970 al Piper - racconta il pianista romano - . Era arrivato da Palermo dopo essersi esibito sullo stesso palco di Aretha Franklin. Si presentò con una giacca a quadri assurda e i capelli con una stranissima acconciatura. Era un capotribù, aveva un carisma e una energia incredibili. I suoi musicisti, tutti avanti con gli anni, arrivarono alla spicciolata e impiegarono un'ora e mezza per radunarsi. Con loro Duke aveva in rapporto carnale, alcuni erano con lui da quaranta anni come Henry Carney, baritonista che faceva anche da suo autista, o il trombettista Cootie Williams. Li aveva scelti uno ad uno per le loro qualità". Quella sera a colpire Pieranunzi fu una sedia vuota nell'orchestra. "Era il suo omaggio commovente al primo sax contralto Johnny Hodges, che era morto da poco, come a dire che nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto. Era il suo modo di esprimere il rispetto per un artista che gli aveva dato in molti pezzi una voce strumentale inconfondibile". Che cosa è stato Ellington per lei? "Una specie di modello platonico del mondo delle idee, un pianista straordinario e ancor di più come direttore d'orchestra e arrangiatore. Era anche estremamente eclettico, ha toccato tutte le zone della musica arrivando a ispirarsi a Shakespeare per una suite e a una trascrizione meravigliosa per big band dello Schiaccianoci di Caikovskij. Ci si poteva davvero chiedere se fosse umano". Di Enrico Pieranunzi, che ha una storia discografica di oltre 70 lavori, è appena uscito in Francia il cd Fauréver, dedicato al compositore classico Gabriel Fauré in occasione del centenario della morte. "È una full immersion con musicisti francesi nel mondo del musicista. Ho riletto 11 titoli in chiave personale e jazz, tra improvvisazione e il riarrangiamento dei tempi e delle atmosfere. Ho lavorato molto sulle possibili trasformazioni dei brani". Ad agosto uscirà per l'etichetta italiana da Cam Jazz italiana un disco a cui il pianista tiene molto. "È la reunion con due grandi musicisti americani, il batterista Joey Baron e il contrabbassista Mark Johnson. Con loro dal 1984 ho fatto una trentina di dischi. Nel quarantesimo anniversario della nostra collaborazione esce finalmente la registrazione di un nostro concerto a Parigi nel 2019, prima della pandemia. È intitolato 'Hind sight', sguardo indietro, perchè è appunto una rilettura della nostra storia". In cantiere, con uscita prevista all'inizio dell' anno prossimo, c'è infine 'Improclassica', lavoro per trio jazz con orchestra sinfonica incentrato appunto sull' improvvisazione su pezzi della grande tradizione musicale di Bach, Schumann, Satie e Debussy.

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