"Caro Pietro", questo "governo
stanzia milioni di euro per la Fondazione Latina 2032... ma per
te, caro Pietro, non sgancia un centesimo. Hai capito bene:
nada, nulla, nisba". Così l'assessore alla Cultura del Comune di
Livorno, Simone Lenzi, in una immaginaria lettera indirizzata al
compositore livornese Pietro Mascagni, "che fu fascista", in cui
lamenta il disinteresse del governo per la figura dell'artista e
il conseguente mancato contributo al finanziamento del festival
organizzato dalla sua amministrazione per celebrare il
musicista.
"Non è servito a niente investire per cinque anni soldi nella
speranza che ti venisse riconosciuto dalla Patria il posto che
ti spetta, e che infatti ti riconoscono i principali teatri
lirici del mondo, dall'America alla Cina: di te, a questi, non
gliene frega nulla" si lamenta l'assessore e scrittore di
sinistra nella "lettera-articolo" che pubblica Linkiesta.
Nel 2019, ricorda, "la nostra amministrazione ha deciso di
dedicarti un Festival. Mancavi solo tu, in Italia: a Busseto c'è
Giuseppe Verdi, a Torre del Lago il tuo amico Giacomo Puccini, a
Pesaro Gioacchino Rossini, a Bergamo Gaetano Donizetti etc. etc.
Ci sembrava assurdo che l'autore di Cavalleria Rusticana, ad
oggi una fra le opere più rappresentate nel mondo, non avesse un
festival dedicato nella sua città natale. Se poi mi chiedi
perché nessuno ci abbia pensato prima, la risposta la conosci da
te: sei stato iscritto al Pnf, e sei stato un compositore di
regime, almeno per una parte importante della tua vita, e
seppure con tutti i distinguo del caso. C'è voluto comunque un
po' di tempo, tanto tempo, perché si potesse pensare con
serenità a un Festival in tuo onore" rammenta.
"Ci abbiamo messo dei soldi. Tanti soldi, per un comune di
medie dimensioni come il nostro" ma, aggiunge, "resta il fatto
che mentre gli altri festival vengono sovvenzionati dallo Stato,
il tuo lo abbiamo sostenuto solo noi concittadini".
Poi però "al governo, è arrivata Giorgia Meloni, espressione
di una destra, diciamo così, senza più complessi" e allora "mi
sono detto che era il caso di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Almeno al Festival Mascagni, ho pensato, andrà bene. Se noi
siamo abbastanza sereni da dedicare un Festival a Mascagni in
una città rossa, mi sono detto, un governo nero ci riconoscerà
almeno due spiccioli". E invece, "caro Pietro, ecco la brutta
notizia: il governo stanzia milioni di euro per la Fondazione
Latina 2032" ma "per te, caro Pietro, non sgancia un centesimo.
Hai capito bene: nada, nulla, nisba. Non è servito a niente
investire per cinque anni soldi nella speranza che ti venisse
riconosciuto dalla Patria il posto che ti spetta, e che infatti
ti riconoscono i principali teatri lirici del mondo,
dall'America alla Cina: di te, a questi, non gliene frega
nulla".
Perché? L'assessore livornese nell'articolo avanza un paio di
spiegazioni, tra cui quella che gli sembra più plausibile: "a
questi, della cultura italiana non gliene frega nulla. Gliene
frega solo di ammannire prebende milionarie agli amici di
Latina, come premio per la fedeltà elettorale. Si lamentano
dell'egemonia culturale della sinistra, insomma, ma poi non
riescono a fare una rete a porta vuota neanche quando gliene dai
occasione. Non lo so. In ogni caso, tanto, non possiamo farci
niente. Noi continueremo a finanziare il tuo festival, con i
nostri pochi mezzi, perché te lo meriti. Loro invece ho paura
che non cambieranno idea e continueranno a finanziare la
Fondazione Latina 2032 con milioni di euro anziché mettere un
gettone di decenza intellettuale su un festival dedicato a uno
dei più grandi musicisti italiani. E amen".
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