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L'assessore livornese, 'il governo se ne infischia di Mascagni'

L'assessore livornese, 'il governo se ne infischia di Mascagni'

Su Linkiesta la "lettera" al musicista, "ignorato tuo festival"

ROMA, 05 agosto 2024, 18:50

Redazione ANSA

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"Caro Pietro", questo "governo stanzia milioni di euro per la Fondazione Latina 2032... ma per te, caro Pietro, non sgancia un centesimo. Hai capito bene: nada, nulla, nisba". Così l'assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, in una immaginaria lettera indirizzata al compositore livornese Pietro Mascagni, "che fu fascista", in cui lamenta il disinteresse del governo per la figura dell'artista e il conseguente mancato contributo al finanziamento del festival organizzato dalla sua amministrazione per celebrare il musicista.
    "Non è servito a niente investire per cinque anni soldi nella speranza che ti venisse riconosciuto dalla Patria il posto che ti spetta, e che infatti ti riconoscono i principali teatri lirici del mondo, dall'America alla Cina: di te, a questi, non gliene frega nulla" si lamenta l'assessore e scrittore di sinistra nella "lettera-articolo" che pubblica Linkiesta.
    Nel 2019, ricorda, "la nostra amministrazione ha deciso di dedicarti un Festival. Mancavi solo tu, in Italia: a Busseto c'è Giuseppe Verdi, a Torre del Lago il tuo amico Giacomo Puccini, a Pesaro Gioacchino Rossini, a Bergamo Gaetano Donizetti etc. etc.
    Ci sembrava assurdo che l'autore di Cavalleria Rusticana, ad oggi una fra le opere più rappresentate nel mondo, non avesse un festival dedicato nella sua città natale. Se poi mi chiedi perché nessuno ci abbia pensato prima, la risposta la conosci da te: sei stato iscritto al Pnf, e sei stato un compositore di regime, almeno per una parte importante della tua vita, e seppure con tutti i distinguo del caso. C'è voluto comunque un po' di tempo, tanto tempo, perché si potesse pensare con serenità a un Festival in tuo onore" rammenta.
    "Ci abbiamo messo dei soldi. Tanti soldi, per un comune di medie dimensioni come il nostro" ma, aggiunge, "resta il fatto che mentre gli altri festival vengono sovvenzionati dallo Stato, il tuo lo abbiamo sostenuto solo noi concittadini". Poi però "al governo, è arrivata Giorgia Meloni, espressione di una destra, diciamo così, senza più complessi" e allora "mi sono detto che era il caso di vedere il bicchiere mezzo pieno.
    Almeno al Festival Mascagni, ho pensato, andrà bene. Se noi siamo abbastanza sereni da dedicare un Festival a Mascagni in una città rossa, mi sono detto, un governo nero ci riconoscerà almeno due spiccioli". E invece, "caro Pietro, ecco la brutta notizia: il governo stanzia milioni di euro per la Fondazione Latina 2032" ma "per te, caro Pietro, non sgancia un centesimo.
    Hai capito bene: nada, nulla, nisba. Non è servito a niente investire per cinque anni soldi nella speranza che ti venisse riconosciuto dalla Patria il posto che ti spetta, e che infatti ti riconoscono i principali teatri lirici del mondo, dall'America alla Cina: di te, a questi, non gliene frega nulla".
    Perché? L'assessore livornese nell'articolo avanza un paio di spiegazioni, tra cui quella che gli sembra più plausibile: "a questi, della cultura italiana non gliene frega nulla. Gliene frega solo di ammannire prebende milionarie agli amici di Latina, come premio per la fedeltà elettorale. Si lamentano dell'egemonia culturale della sinistra, insomma, ma poi non riescono a fare una rete a porta vuota neanche quando gliene dai occasione. Non lo so. In ogni caso, tanto, non possiamo farci niente. Noi continueremo a finanziare il tuo festival, con i nostri pochi mezzi, perché te lo meriti. Loro invece ho paura che non cambieranno idea e continueranno a finanziare la Fondazione Latina 2032 con milioni di euro anziché mettere un gettone di decenza intellettuale su un festival dedicato a uno dei più grandi musicisti italiani. E amen".
   

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