''Patmos è l'isola del silenzio, premessa indispensabile per chiunque voglia occuparsi di preghiera, spiritualità e di musica. La musica non esiste se non c'è l'ascolto e l'ascolto non esiste se non c' è il silenzio''.
Il pianista Roberto Prosseda descrive in modo appassionato dell' isola dell' Egeo dove l' apostolo Giovanni scrisse il Libro dell' Apocalisse che dal 26 agosto diventa teatro del Festival di Musica da Camera. La terza edizione della rassegna, di cui è direttore artistico. fondata con Massimo Fino che ne è il responsabile esecutivo, si aprirà lunedì con il violoncellista Steven Isserlis, la pianista Connie Shih e la violinista Irène Duval in brani di Schubert, Fauré e Saint-Saens nell' Antica Scuola Teologica della Chora, la cittadella fortificata capoluogo dell' isola.
''Patmos è unica - dice all' ANSA - Non è soltanto una delle tante bellissime perle greche con spiagge da favola, ma un luogo simbolico. Ancora oggi la grotta dell' Apocalisse è mèta di pellegrinaggio non solo dei greci ortodossi ma di quanti amano la spiritualità''. Il musicista la descrive come un ''crocevia di culture che da sempre ha favorito l' incontro di popoli diversi, La musica, come occasione di ascolto reciproco e di condivisione è quindi quantomai benvenuta in un ambiente che già per la sua storia raccoglie questi sentimenti''. Il Festival cameristico, inventato dai due italiani e sostenuto da un grande sponsor e mecenati stranieri innamorati dell' isola, fino al 31 agosto proporrà concerti gratuiti con musicisti di spicco della scena internazionale, dal tenore Ian Bostridge alla Brussel Chamber Orchestra diretta da Michael Guttman, e sarà abbinato per la prima volta al Festival Internazionale di Musica Sacra che, dopo aver animato per più di venti anni le serate estive di Patmos, quest' anno torna in scena dal 1 al 6 settembre con grandi compagini come il Coro Maschile di MusicAeterna del direttore greco Theodor Currentzis, istruito dal maestro Antonis Koutroupis, o il britannico Tallis Scholar Choir di Peter Philips. ''Mi piace condividere progetti e spunti con i musicisti - spiega Prosseda - Con molti c' è già un rapporto di conoscenza ma la cosa bella è che tutti gli artisti che vengono vogliono tornare, perchè qui si può fare musica in modo diverso, più intimo ed empatico, fuori dallo star system. Gli stessi musicisti hanno ammesso di aver suonato molto meglio a Patmos perchè c' è meno stress, il pubblico è davvero a pochi metri di distanza, in spazi molto contenuti. Qui è possibile sentire anche il rumore del respiro dei musicisti''. L' idea del festival è nata per caso nel 2016 quando Prosseda ad Atene ha conosciuto il musicologo italiano Massimo Fino, specilista di partiture manoscritte, che aveva casa a Patmos. ''Mi propose di collaborare al festival che organizzava a Barga, in Toscana. Nel 2021 quando quell' esperienza si è conclusa Fino mi propose 'Perchè non facciano la stessa cosa a Patmos, sperimentando anche format diversi, mettendo insieme grandi nomi e giovani artisti, cercando combinazioni innovative di musiche?''. Detto fatto, nel dicembre di quell'anno arrivarono nell'isola dopo un lungo viaggio in nave, sotto la pioggia. ''Abbiamo avuto il supporto entusiasta della municipalità di Patmos e nei primi due anni del festival da camera abbiamo saputo interagire con l' isola e con il suo pubblico eterogeneo, fatto anche di molti stranieri che hanno deciso di trasferirsi qui attratti dalla magia e dal silenzio''. Sulla scia del successo l' amministrazione comunale ha chiesto a Prosseda di curare anche la rassegna di musica sacra e si è pensato di riunire i due appuntamenti sotto l' unico titolo di Patmos Music Festival.
Un'idea forte è anche far conoscere e suonare insieme musicisti che non si sono mai incontrati. ''Isserlis porterà anche i suoi musicisti e suonerà con il clarinettista Alessandro Carbonare, la pianista Maya Oganyan e lo stesso Bostridge. Non è musica improvvisata, tranne il concerto del 30 agosto dove il gruppo di tango di Michael Guttman si esibirà con alcuni artisti locali per proporre la musica tradizionale del Dodecaneso e di Patmos''. I protagonisti dei concerti avranno campo libero nella scelta del repertorio ma ci sarà una presenza importante di brani di Schubert, a partire dalla sonata nel programma del concerto inaugurale, e del repertorio del compositore britannico John Tavener, vissuto per anni a Patmos.
Quale segno vuole lasciare nel pubblico questa esperienza? ''Il valore della cultura non è la quantità di informazioni che si ricevono ma ciò che resta dopo un concerto, uno spettacolo di teatro o danza, la lettura di un libro. Il contesto in cui avviene, quindi, è fondamentale. Spero che resti il ricordo di un momento di particolare intensità e stupore, di un ascolto avvenuto un luogo unico e magico che ha reso più ispirati gli ascoltatori e i musicisti''.
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