Ifpi, la federazione che rappresenta
le case discografiche in tutto il mondo, ha pubblicato Music in
the EU: A Global Opportunity, il primo report in assoluto sulla
musica
registrata nell'Unione Europea che esplora i modi in cui il
lavoro e gli investimenti delle case discografiche stanno
contribuendo a guidare il successo della musica e degli artisti
europei sia a livello nazionale che internazionale.
Dal report emerge che l'Ue è un luogo importante a livello
mondiale per la musica, ma c'è margine per un'ulteriore
crescita: i ricavi annuali della musica registrata sono stati di
5,2 miliardi di euro, superiori a quelli del Giappone (2,5
miliardi di euro), del Regno Unito (1,7 miliardi di euro) e
della Cina (1,3 miliardi di euro). Se adeguati all'inflazione, i
ricavi registrati dalla musica nell'Ue nel 2023 erano solo il
61% di quelli del 2001 (il picco dei ricavi del settore).
Inoltre, risulta come gli investimenti delle etichette
discografiche abbiano un effetto a catena positivo
sull'industria musicale europea e forniscano una spinta ai
contributi al Pil dell'Ue: ogni euro generato o investito
direttamente dalle case discografiche porta a un ulteriore
contributo al Pil di 1,80 euro ad altre parti della catena del
valore del settore musicale.
Inoltre, sebbene gli artisti nazionali abbiano relativamente
più successo in Europa, l'Ue rischia di rimanere indietro in
quello che è il mercato globale più competitivo di sempre: nei
22 mercati dell'UE in cui Ifpi raccoglie i dati annuali sulle
classifiche, in media il 60% dei singoli nella Top 10 erano
brani di artisti nazionali (un dato che in Italia sale al 100%
nella chart Album e al 90% nella chart Singoli), rispetto al
solo 47% nei mercati extra-Ue. Ma sono ancora gli artisti
statunitensi a guidare le esportazioni globali di singoli nella
Top 10 - insieme agli artisti latinoamericani e centroamericani,
che hanno ottenuto buoni risultati.
Il report Ifpi delinea, infine, come le istituzioni europee
possano supportare lo sviluppo di un'intelligenza artificiale
responsabile ed etica, anticipando qualsiasi iniziativa
nazionale che potrebbe mettere a repentaglio il funzionamento
del mercato unico digitale e la capacità dell'industria musicale
di crescere ed evolversi in modo dinamico, interrompendo
l'ingestione non autorizzata di contenuti protetti da copyright
da parte delle aziende di intelligenza artificiale e applicando
pienamente le norme sulla proprietà intellettuale dell'Ue in
tutta Europa.
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