L'Orchestra della Toscana torna
ospite dell'Emilia Romagna Festival con il suo direttore
principale Diego Ceretta, talento oggi ventisettenne che negli
ultimi mesi ha arricchito la sua esperienza professionale, già
significativa, con debutti notevoli e grandi successi. Il
concerto inaugura il 29 ottobre alle 21 il cartellone di Forlì
Grande Musica al Teatro Diego Fabbri della città romagnola.
Il programma che Ceretta propone è incentrato su due
capisaldi del repertorio sinfonico ottocentesco, pagine che
intendono raffigurare in suoni soggetti letterari e scene di
natura. Si tratta dell'ouverture Egmont di Ludwig van Beethoven,
ispirata dal dramma omonimo di Goethe, e della Sinfonia
Scozzese, la N. 3 in in la minore di Felix Mendelssohn, che
mette sul pentagramma le impressioni suscitate nel compositore
dal brumoso paesaggio della Scozia. Partitura a suo modo
sperimentale con i quattro movimenti standard saldati in un
unico arco poetico, anziché separati.
In programma anche il Concerto per violino e orchestra di
Robert Schumann, tra le pagine più enigmatiche, meno comprese
della storia della musica. Scritto nel 1853, pochi mesi prima
che il compositore finisse in manicomio (dove tre anni dopo
morì). Non piacque all'amico, grande virtuoso dell'archetto
Joseph Joachim a cui era stato dedicato, e dispiaceva pure alla
moglie di Schumann, Clara, pianista insigne. Entrambi lo
giudicavano un'opera discontinua che alternava momenti molto
espressivi ad altri rigidi e arzigogolati. Perciò restò inedito
e ineseguito fino al 1937, ottantaquattro anni dopo la stesura.
Tuttora resta ai margini del grande repertorio. A suonarlo è
Frank Peter Zimmermann, uno dei maggiori violinisti del nostro
tempo, che imbraccerà il suo Stradivari "Lady Inchiquin" datato
1711.
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