Nella storia della tv italiana a Dario Fo sara' certamente riservato un posto: ed e' quello, in linea con lo spirito e la vicenda artistica del personaggio, di un ''guastatore'', protagonista di un celebre ''scandalo'' che occupo' le prime pagine dei giornali, coinvolse il Parlamento, sfioro' perfino una riunione dei segretari della maggioranza di centro sinistra. Alle 21,10 di giovedi' 29 novembre 1962, mentre l' Italia aspetta, come ogni sabato, l'inizio di ''Canzonissima'', il programma piu' popolare del momento, compare una gentile annunciatrice che si limita a dire: ''Dario Fo e Franca Rame si sono ritirati da 'Canzonissima'''. E' l' inizio di una tipica ''tragedia all'italiana'', che regala a Fo momenti di straordinaria notorieta', coinvolge esponenti politici, sollecita interrogazioni parlamentari (tra cui quella di Giovanni Malagodi che chiedeva il ''riordinamento giuridico della Rai'').
All' origine di tutto c'e' uno sketch, prima approvato dalla Rai poi censurato, sui lavoratori edili, proprio mentre era in corso la vertenza sindacale che li riguardava. L'episodio, al di la' del valore specifico di quello come degli altri sketch proposti dalla coppia Fo-Rame, che a molti critici non parve mai eccelso, rappresento' una pagina importante di storia del costume e mostro' quanto ferreo e poco sottile fosse il controllo politico sulla tv. (SEGUE)
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Fo, che in tv c' era gia' stato fin dagli esordi (in una trasmissione sperimentale del 1952 dal titolo ''Ragazzi in gamba''), torno' sul piccolo schermo solo dopo la riforma, nel 1977: fu Raidue a proporre una rassegna del suo teatro. Le cose migliori restano pero' alcuni Caroselli ideati e realizzati dall' autore. Meno incisivo il rapporto tra Fo e il cinema. L' episodio piu' rilevante resta quello di ''Lo svitato'', il film del 1955 di Carlo Lizzani di cui Fo, oltre che interprete con la Rame, fu anche cosceneggiatore e aiuto regista. Il maestro delle lingue inventate vi interpretava il ruolo di un fattorino aspirante giornalista coinvolto in un furto di cani di razza.
Per il resto una comparsata al fianco di Renato Rascel in una parodia del noir classico (''Rascel Fifi''', di Guido Leoni, 1956), una partecipazione in un film che era poco piu' che un collage di barzellette (''Follie d' estate'', di Edoardo Anton e Carlo Infascelli, 1966) e infine un ruolo da protagonista in un tentativo non riuscito di trasfrire sul grande schermo la comicita' stralunata di Stefano Benni (''Musica per vecchi animali'' di Stefano Benni e Umberto Angelucci, 1989). (ANSA)
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