"Non capisco la tensione che si è
levata intorno alla notizia della vendita del Teatro Eliseo".
Così Luca Barbareschi, direttore artistico, attore, regista e
produttore, risponde alle tante telefonate e richieste di
informazioni arrivate dopo l'annuncio di vendita dell'immobile.
"Innanzitutto la vendita prescinde dalla sua gestione. L'Eliseo
resta e resterà un teatro storico, posto al centro di Roma, con
una programmazione dedicata agli artisti e ai progetti più
prestigiosi del panorama culturale italiano".
"Non comprendo la sorpresa o l'indignazione - precisa ancora
- di chi si chiede come mai Luca Barbareschi abbia messo in
vendita uno dei complessi culturali più importanti di Roma.
Credo che sia sufficiente dire che nella storia del teatro, dopo
il maestro Giacchino Rossini, nessuno ha mai investito tanto
denaro privato per mantenere vivo un polo culturale. La vendita
è un tema a sé, che prescinde dal macrotema, quello della
continuità di offerta teatrale che purtroppo si scontra con la
reale mancanza di risorse. Le nostre sale sono chiuse fin
dall'inizio della pandemia. In questo periodo ho lavorato
alacremente per individuare risorse nuove, alternative, e ho già
individuato un partner privato importante che ci sosterrà con
una cifra rilevante. In verità mancano ancora quasi 3 milioni
per rendere possibile la riapertura. Ma sono fiducioso,
soprattutto per l'attenzione e le rassicurazioni ricevute dal
ministro Franceschini, dal Presidente della Regione Lazio Nicola
Zingaretti e dall'Assessore alla Cultura del Comune di Roma
Miguel Gotor".
Barbareschi ricorda che "tra il 2017 e 2018 abbiamo ricevuto
8 milioni extra FUS che sono serviti per la facciata storica,
gli impianti di climatizzazione e per tre progetti speciali di
produzione. A parte ciò io ho messo personalmente quasi 18
milioni, che, a conti fatti, sono esattamente la differenza che
risulta dalla mancanza di sovvenzioni adeguate negli anni".
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