Dopo il bel successo della 'Vedova
allegra', il Carlo Felice apre il 2022 ripartendo dallo stesso
regista e interprete dell'operetta di Lehar. Sarà infatti ancora
Luca Micheletti a mettere in scena l'originale dittico formato
da 'La serva padrona' di Pergolesi e da 'Trouble in Thaiti' di
Bernstein. L'appuntamento è per il 28 gennaio prossimo, ore 20.
Le due opere, presentate stamani, saranno dirette da Alessandro
Cadario per la regia di Micheletti e scene di Leila Fteita. Sul
palcoscenico Micheletti sarà affiancato dalla moglie Elisa
Balbo. Ai due, in Pergolesi, si aggiungerà nel ruolo di Vespone
(mimo) Giorgio Bongiovanni, mentre in Bernstein, il trio vocale
jazz sarà formato da Melania Maggiore, Manuel Pierattelli e
Andrea Porta. "Nella loro diversità - ha detto Micheletti - le
due opere presentano curiose analogie. L'abbiamo immaginate come
una sorta di viaggio nel tempo di Uberto e Serpina che si
sposano nel Settecento e poi li ritroviamo nell'America anni
Cinquanta. A rendere ancora più divertente la lettura, il fatto
che a interpretare le due coppia sia un'altra coppia reale, mia
moglie e io". Il progetto del dittico è nato nel periodo del
lockdown, "lo abbiamo elaborato con mia moglie in quei mesi di
chiusura e i due atti unici sono stati registrati in edizione
televisiva. Ora finalmente andremo davanti a un pubblico. Si
aggiungerà quel rapporto diretto con la platea che finora è
mancato e che in uno spettacolo tendenzialmente comico è
importante". 'La serva padrona' rappresenta il momento
culminante dell'intermezzo, una forma teatrale tipica del '700
italiano, nata come estrapolazione di personaggi comici dalla
coeva opera seria e trasformatasi in spettacolo a sé. Nel 1951
Bernstein si ispirò proprio all'intermezzo italiano per comporre
'Trouble in Tahiti' in cui affronta la crisi di una coppia in
una normale giornata di una esistenza portata avanti con fatica
e nostalgia. Repliche il 29 e 30 gennaio e 4, 5, 6 febbraio.
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