Come si fa ad esprimere solidarietà, a dare visibilità ad una rivoluzione in atto su cui le diplomazie internazionali stanno facendo ben poco? "Io ci provo a non girarmi dall'altra parte, avrò la mia età, ma la mia indignazione è talmente forte che a stare zitta non ce l'ho fatta proprio" così Marisa Laurito racconta all'ANSA il suo impegno in prima linea per l'Iran. Dall'attrice votata alla commedia, dalla direttrice del teatro Trianon di Napoli, dall'artista famosa per verve ironica non ti aspetteresti forse una barricadera di prima linea... "E invece sì, nessuno oggi può dire, come hanno fatto generazioni passate sull'Olocausto: io non sapevo. Oggi invece sappiamo tutto perché sui social ogni giorno vengono rilanciati filmati di quello che accade nelle piazze e quello che la polizia fa per reprimere le proteste", risponde. Così Laurito, 71 anni, alla vigilia di Natale ha scelto di fare qualcosa: un accorato appello video e una raccolta firme su Change.Org e il risultato in pochi giorni è vicino alle 90mila adesioni. "Noi siamo con i giovani e le giovani iraniane che combattono per la libertà, quando colpite uno di loro colpite l'intera umanità. Chiediamo: 'La fine delle esecuzioni capitali e il rilascio dei manifestanti arrestati', dice nel titolo la petizione diretta al leader supremo dell'Iran Ali Khamenei, sottolineando la violazione dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che pure la repubblica islamica aveva sottoscritto all'epoca".
In questo appello, aggiunge, "chiediamo alla premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani di prendere una posizione decisa nei confronti del Regime Iraniano; al presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella di convocare l'ambasciatore iraniano, dichiarandolo "persona non grata" e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni". Si aspettava tutte queste adesioni? "Quando ho cominciato, pensavo in realtà di non andare così lontano, ma posso stupirmi relativamente: quello che sta accadendo è così grande e la mia indignazione così forte per la repressione in atto e per il silenzio generale che penso di andare d'accordo con un bel po' di persone. Avevo già firmato l'appello della Stampa, ma ho pensato di fare qualcosa di mio. Le manifestazioni a sostegno dovrebbero essere molte di più".
E' la sua prima mobilitazione in prima persona? "E' la mia prima raccolta firme, ho dato il mio volto a molte cause, mi interesso molto di tematiche sociali, a volte lo rendo pubblico, altre meno. Credo però che un personaggio famoso ce l'abbia per dovere di mettersi a disposizione per cause giuste". Si era mai indignata così tanto per qualcosa? "Non è la prima volta nella mia vita ma è la prima volta che accade uno sterminio davanti agli occhi di tutti, 18mila e oltre arrestati centinaia di vittime, la massima parte giovanissimi. In Iran c'è una rivoluzione vera e propria e la repressione è feroce". Il prossimo passo? "Non sono da sola, c'è un gruppo di persone che sostiene questo progetto come Luciano Stella, Tosca, Edoardo Bennato, Gianni Pinto. Intanto una prima iniziativa è a Napoli il 7 gennaio al Trianon con brani, canzoni e letture simboliche in un accorato flash mob solidale per la regia di Davide Iodice, gli interventi tra i tanti di Marina Confalone, Patrizio Rispo, Pegah Moshir Pour, Valeria Parrella, presenti anche Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania e ancora il presidente della Federazione della Stampa, Giuseppe Giulietti con l'adesione di Amnesty International Italia. L'artista Laika ci ha concesso un suo disegno su Donna Vita Libertà. L'iniziativa prenderà il via dal Teatro Trianon Viviani sabato 7 gennaio alle ore 12, per poi gemellarsi con altre città italiane, come il 21 gennaio, quando la protesta alle ore 17 si sposterà a Roma, all'Officina Pasolini in viale Antonino San Giuliano 187. Vogliamo fare il primo flash mob solidale del mondo dello spettacolo italiano per il popolo iraniano".
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