Era il 1932, decimo anno dell'era
fascista, quando in un parco di Milano alcune ragazzine
innamorate del calcio e dell'idolo Meazza decisero di fondare
una squadra femminile. Il loro progetto fu naturalmente
osteggiato dal regime perché contrastava con l'idea della donna
moglie e madre. Le ragazze lottarono strenuamente per il loro
progetto, fra l'ironia dei giornali e le limitazioni sempre più
stringenti degli apparati di governo (niente lanci lunghi,
niente calzoncini, partite senza pubblico, un uomo in porta e
altro ancora) fino alla vigilia della prima partita
intercittadina con una squadra di Alessandria: arrivò allora il
diktat finale del regime che sancì lo scioglimento del Gruppo
Femminile Calcistico. Questa pagina di storia è diventata uno
spettacolo teatrale che ieri sera è approdato al Teatro della
Tosse. "Giovinette - Le calciatrici che sfidarono il Duce" per
la regia di Laura Curino è tratto da scritti di Federica
Seneghini e Marco Giani (adattamento drammaturgico di Domenico
Ferrari, collaborazione artistica di Marco Rampoldi) , prodotto
da Pem Habitat Teatrali e da Rara Produzione. In una scena,
firmata da Lucio Diana, dominata da una grande porta di calcio,
tre splendide attrici (Rita Pelusio, Rossana Mola, Federica
Fabiani) raccontano la storia con un delicato sottofondo
mozartiano e si immedesimano in tre delle aspiranti calciatrici.
Il loro entusiasmo, il loro coraggio si scontra con gli
avvenimenti bui di quegli anni, gli arresti, le morti, le
condanne al confino. Il tutto è narrato con ironia e leggerezza,
il pubblico ride alle battute e applaude alla bravura dialettica
delle tre interpreti. Dietro la comicità c'è tuttavia la chiara,
decisa denuncia di un momento storico in cui la libertà era un
bene che si poteva perdere da un momento all'altro, senza
possibilità di difendere le proprie ragioni e la propria dignità
di uomo e di donna. Applausi calorosissimi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA