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Nanni-Kustermann, 50 anni dalle cantine al teatro Vascello

Nanni-Kustermann, 50 anni dalle cantine al teatro Vascello

Serate ricordo, anche film di Schifano da Risveglio di primavera

ROMA, 28 settembre 2024, 13:15

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) Nel 1979, a poco più di 25 anni dal debutto nel 1970, Manuela Kustermann ripropose 'A come Alice' firmato da Giancarlo Nanni, cui avrebbe fatto seguire allora, nel 1972, 'Il risveglio di primavera', due spettacoli che furono un po' come manifesti dell'avanguardia teatrale degli anni '70 che Giuseppe Bertolucci aveva cominciato a indagare allora, pubblicando prima 'La scrittura scenica' e poi 'Il teatro-corpo-immagine'. Si era ancora nel teatrino di Porta Portese a Roma, dall'emblematico nome 'La fede' e nel 1974 sarebbe nato il gruppo La compagnia dell'attore, che oggi compie 50 anni e che Kustermann festeggia dal 2 al 6 ottobre con uno spettacolo memoria al Vascello, dove la compagnia arrivò nel 1989 coraggiosamente, con quella voglia di sfida che Nanni aveva sempre. "Coraggio, provocazione, ironia", sottolinea Manuela Kustermann, che firma il progetto, drammaturgia e regia, con la collaborazione di Gaia Benassi, dopo aver lavorato su una massa grandissima di materiale di archivio per costruire quello che sarà "non uno spettacolo in senso tradizionale, ma una serata immersiva, una specie di concerto, recital, happening tra documenti (c'è un pezzetto del restaurato film che Schifano girò sul Risveglio di primavera) e ricordi pubblici e privati, miei e di Massimo Fedele, membro storico della compagnia, più, anche se meno antico, Paolo Lorimer, proprio per fare un po' di storia, testimonianza per chi non c'era, per i giovani oggi, ma anche alleggerendo con aneddoti, andando a memoria o col leggio, tra musiche recuperate e mille immagini". 'La Fabbrica dell'Attore 50 anni di (r)esistenza' sarà ovviamente "dedicato a Giancarlo Nanni, scomparso nel 2010, e a tutti quegli artisti di allora che oggi non ci sono più, a riproporre un viaggio appunto dal teatro nelle cantine degli anni '70 al Vascello, ripercorrendo la nostra storia e la nostra vita, sospesi fra immaginazione e realtà". Un percorso che ha le sue radici nella pittura, nell'arte, che era stata la prima passione di Nanni e il suo primo lavoro e la cronaca - o nella leggenda? - narra di suoi grandi quadri esposti per strada, che in una notte sparirono, tutti rubati e chissà dove saranno oggi.
    Così, sempre, se doveva fare dei riferimenti sui suoi spettacoli, dare delle spiegazioni, usava il mondo e i movimenti dell'arte, dalla quale gli veniva quella visionarietà e grande libertà di espressione che portò in palcoscenico, innamoratosi praticamente a prima vista di Manuela quando la vide Ofelia nell'Amleto di Carmelo Bene. Fu un periodo in cui, sull'onda del '68, quella che sarebbe diventata l'Avanguardia romana portò la fantasia al potere, creando un proprio metodo di lavoro teatrale, senza prove tradizionali e un progetto creato a tavolino. Nanni fu capofila tra questi, spaziando fra teatro, cinema, danza, musica e arti visive, lavorando sull'improvvisazione, le libere associazioni, l'apporto creativo di tutti i componenti della compagnia, a cominciare dagli attori, per arrivare a un risultato complessivo la cui base era l'aspetto visivo che nasceva dal movimento dei corpi e il ritmo di parole e musiche. Tutto con le radici in quelle che furono letteralmente le cantine del teatro della scuola romana. Anche La Fede era un magazzino sotto il livello stradale a Porta Portese in cui si accedeva con una serie di scalini come entrando in un'altra realtà, quella della creazione artistica, il cui fascino vinceva umidità e freddo, grazie anche a un fiasco di vino che Giancarlo faceva passare tra gli spettatori. "Rivedere le immagini di Risveglio di primavera mi ha davvero emozionato - racconta Kustermann - e anche il trovarmi davanti a me giovane e carina non mi ha creato problemi: io non sento davvero il peso del tempo, come probabilmente quelli che fanno teatro, e mi pare da allora ne sia passato poco, solo alcuni anni, specie ogni volta che salgo in palcoscenico e in particolare questa volta, più coinvolgente".
   

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