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Kustermann, 50 anni di storia in scena, ricordi e emozioni

Kustermann, 50 anni di storia in scena, ricordi e emozioni

Spettacolo immersivo su Fabbrica dell'Attore e Roma anni '60-'70

ROMA, 03 ottobre 2024, 15:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una carrellata di ricordi, con un poco di malinconia, alla fine, per quel che è cambiato, ma senza nostalgia perché questi, non solo per La Fabbrica dell'Attore, sono stati '50 anni di (r)esistenza' e, come dice alla fine Manuela Kustermann, "siamo ancora qui e il teatro non morirà mai". Lei che oggi, dopo la morte di Giancarlo Nanni nel 2010, compagno di vita d'arte, è alla guida della compagnia e del Teatro Vascello, di cui ha fatto una delle sale più di qualità di Roma.
    La serata apre la stagione celebrando il mezzo secolo di vita della Fabbrica dell'Attore, ma andandone alle origini, con il lavoro di Nanni e della Kustermann iniziato una decina di anni prima, in una città in fermento, segnando l'inizio della stagione della cosiddetta Scuola Romana che, con le sue ricerche e sperimentazioni, avrebbe cambiato il modo di far teatro. Ma non solo, e la forza di questa serata, che si replica sino a domenica e è da non perdere, specie per chi più giovane non l'ha vissuta, è nel rievocare la vita artistica e culturale di tutta la città tra gli anni Sessanta e metà Settanta. Un ritrovarsi, ricercare, operare, confrontarsi e collaborare di tutte le arti, dal teatro alla pittura innanzitutto, ma anche scrittura, architettura, fotografia, senza soldi ma , come ricorda Manuela, "tutti ubriachi di sogni", nelle cantine che andavano prendendo vita. A cominciare appunto da La fede a Porta Portese di Giancarlo e Manuela (dove debuttarono con loro Memè Perlini, Valentino Orfeo, Giuliano Vasilicò e molti altri), alla celebre Galleria di Plinio, a certe trattorie come Cesaretto, alle case di tutti sempre aperte, e le notti a Piazza del Popolo o Piazza Navona, e, quando tutto sembrava scemare e vivere l'ombra inquietante del terrorismo, la reazione con l'arrivo vivificante dell'Estate Romana di Renato Nicolini.
   

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