"Raccontare l'Otello con Lella
Costa significa provare a capire cosa possiamo fare, noi maschi,
per emanciparci dall'umiliante condizione di oppressori a cui
siamo condannati dalla storia": così, nelle sue note di regia,
Gabriele Vacis parla di 'Otello, di precise parole si vive', lo
spettacolo che Lella Costa riprende e aggiorna dopo 24 anni in
scena dall'8 al 10 novembre al Teatro Duse di Bologna.
"Ho sempre pensato che Otello fosse la tragedia dell'uccidere
per amore, ma non c'è mai amore quando c'è violenza e
sopraffazione. E questo ce l'hanno insegnato le donne. Le più
giovani in modo molto risoluto", aggiunge il regista. 'Otello,
di precise parole si vive' ci parla, dunque, di quanto accade
ancora oggi tramite la storia e le parole di Shakespeare che
continuano "a stupirci, a incantarci - spiega invece Lella Costa
- a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta
succedendo adesso. È quello che è successo a Gabriele Vacis e a
me, e non una volta sola. Per questo abbiamo pensato di
riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando
intatta la sostanza narrativa, ma intervenendo e modificando
quelle parti in cui l'attualità, o meglio la contemporaneità,
richiedevano un aggiornamento".
"Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto
potrebbe sembrare notizia di cronaca di oggi, un lavoratore
straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una
manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e
spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo
suicidio del colpevole, allora ci rendiamo conto di quanto
bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare questa
storia - conclude Lella Costa - precisamente questa".
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