La maglietta con il simbolo della Decima Mas? "La definirei una maglietta di distrazione di massa: questa vicenda è stata strumentalizzata, ne è stata indotta una lettura volutamente spregiativa, negativa. Io rifiuto l'etichetta di nostalgico: mi devono chiedere scusa, mi hanno offeso". Lo dice Enrico Montesano all'ANSA, parlando della sua esclusione da Ballando con le stelle, decisa dalla Rai che ha definito "inaccettabile" il suo comportamento.
"Avrei voluto spiegare le mie ragioni, ma dalla Rai non mi ha chiamato nessuno. Ho ricevuto soltanto dalla Ballandi la comunicazione del mio esonero con effetto immediato. E' stato montato un polverone in maniera affrettata, con una forzatura interpretativa ingiusta e ingiustificata", sottolinea l'attore. L'accusa, insiste, "è infamante, mi offende profondamente: avevo un nonno tipografo all'Unità, sono stato eletto nelle file della sinistra, per vent'anni mi sono dedicato alle battaglie per il popolo e per la giustizia. Oggi la distinzione tra destra e sinistra è obsoleta: il mondo si divide tra coloro che stanno sotto, la popolazione mondiale, che è succube, e chi sta sopra, cioè quelli che governano. Io faccio parte di chi sta sotto".
La polemica è scoppiata il giorno dopo la messa in onda della puntata e della clip dedicata alle prove dell'esibizione, in cui Montesano appariva con la maglietta: "Nessuno ha rilevato elementi disdicevoli in un indumento che ho indossato per sudare in sala prove, dove stavo lavorando per memorizzare i passi. Anche i delegati Rai, in buona fede, non ci hanno trovato nulla di male. Come è venuto fuori l'episodio? Bella domanda. Evidentemente qualcuno che non gradiva la mia presenza ha preso la palla al balzo. Quella maglietta è un gadget che si vende da anni nei negozi e online, il simbolo è stato fotografato accanto a presidenti della Repubblica come Ciampi e Napolitano che certo non possono essere tacciati di fascismo, sui siti della marina militare e della presidenza della Repubblica ci sono le medaglie d'oro conquistate dalla Decima Mas. Quando mi hanno regalato quella maglietta - racconta l'attore - abbiamo parlato di Gabriele D'Annunzio e della beffa di Buccari: Mas era l'acronimo di motoscafi armati siluranti con cui Luigi Rizzo, Costanzo Ciano e D'Annunzio realizzarono nel 1918 quell'impresa che ridiede morale alle truppe italiane, avvilite dopo Caporetto. Parliamo di eroi della prima guerra mondiale". Insomma, chiosa Montesano, "non abbiamo commesso nessun reato, nessuna apologia. Se avessi pensato che avrei suscitato sospetti del genere sarei andato in canottiera…. Certo - ci tiene a evidenziare - mi dispiaccio se qualcuno l'ha presa male: ho chiesto per questo un incontro al presidente dell'Anpi, ma non mi hanno mai risposto, altrimenti avrei spiegato che certi riferimenti non mi appartengono".
Quanto al saluto romano emerso - secondo fonti Rai - nelle registrazioni delle prove, "era un movimento coreografico, e siccome scherzo sempre, ho detto alla mia partner, Alessandra Tripoli: meglio il pugno chiuso".
Oggi Montesano si definisce "avvilito, sconcertato, addolorato, rammaricato anche per la splendida squadra tecnica, gli autori, Milly Carlucci, un gruppo straordinario che lavora in modo meraviglioso. Ero perplesso all'idea di partecipare: Milly mi ha convinto ha portare in scena anche la cultura, il teatro. Nei numeri di ballo abbiamo citato Saba, Nietzsche, Oscar Wilde e il pubblico ha gradito. Sono una persona che tende a unire, a riappacificare. E invece sono stato trattato peggio di un mafioso". A confortare l'attore è la reazione della rete, della gente, "tanti mi scrivono perché sono dispiaciuti, sconcertati. E comunque, se penso al momento drammatico che stiamo vivendo, con una guerra alle porte dell'Europa, l'idea che i media si occupino di questa vicenda, mi fa anche un po' sorridere…".
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