Sono passati dieci anni da Io Canto, "eppure per il mondo della tv, della radio, della comunicazione valgono quanto un'intera generazione: i ragazzi oggi hanno una marcia in più, infinite opportunità, caratteristiche molto diverse non solo da come eravamo noi, ma anche dai giovani che oggi hanno trent'anni". A raccontarne slanci, passioni e sogni è Gerry Scotti con Io Canto Generation, nuova versione del talent show: il debutto, previsto originariamente per domani in prime time su Canale 5, è slittato alla prossima settimana per evitare lo scontro con l'atteso match di tennis Sinner-Rune delle Nitto Atp Finals, in onda su Rai2 . Sotto la direzione artistica di Roberto Cenci, ogni settimana, per sei appuntamenti, si sfideranno 24 ragazzi, dai 10 ai 15 anni, divisi in sei squadre, capitanate da sei big della musica italiana: Iva Zanicchi, Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta, vincitrice della seconda edizione di Io Canto. I concorrenti avranno la possibilità di duettare con i loro capisquadra, attingendo a repertori musicali diversi, un uno scambio tra generazioni. A giudicare le performance una giuria composta da Al Bano, Orietta Berti, Michelle Hunziker e Claudio Amendola.
"Sarà divertente ascoltare le nostre senatrici, Berti e Zanicchi, raccontare quando i loro genitori le portavano a fare i provini in pullman e restavano via due giorni per trenta minuti di audizione. O Al Bano ripescare spassosissimi aneddoti: come quando, a quindici anni, partì con la valigia di cartone per Milano e fece i provini da cameriere e da operaio per mettere via i soldi per fare il cantante. Oggi - spiega all'ANSA il conduttore - queste forme di sacrificio non ci sono più, le opportunità si sono moltiplicate per tutti". E poi "parlando con i ragazzi, approfondendo i loro caratteri, viene fuori che è ormai passata la teoria del piano B: certo, sperano di avere successo nel canto e nella musica, ma non rinunciano all'idea di diventare geometra, impiegato, avvocato, medico. Un messaggio importante, che vogliamo far passare: di fronte alle possibili porte in faccia che la vita riserva, avere saldi i piedi per terra rende più facile riuscire. C'è una tv che mostra le possibilità di apparizione, che non vanno confuse con le possibilità di carriera: ai miei tempi era diverso, chi andava a Castrocaro era quasi certo che avrebbe fatto il cantante, era quasi pronto per Sanremo". Non a caso "abbiamo voluto le eliminazioni, perché non si è tutti bravi allo stesso modo: è più educativo un no detto bene che un sì estorto". Su Rai1 sta arrivando The Voice Kids, "chi più ne ha più ne metta", sorride Scotti. "Sono tutti programmi imparentati fra loro, tutti figli di Sanremo e dello Zecchino d'Oro". A proposito di Sanremo, quegli scatti con Amadeus che hanno fatto il giro del web "sono stati uno scherzo. Non farò il festival: è probabile che, se gli impegni me lo permetteranno, una sera andrò a vederlo", assicura Scotti.
Ad aspettarlo in primavera è invece una riedizione della Ruota della Fortuna, anche in omaggio ai 100 anni che Mike Bongiorno avrebbe compiuto nel 2024. "Quando ho festeggiato i 40 anni di onorato servizio a Mediaset, Pier Silvio Berlusconi mi ha chiesto quale regalo avrei voluto e ho risposto La ruota della fortuna. E così il programma tornerà per un mese nel preserale". Una fascia cruciale, come sanno bene in Rai, considerando il caso Pino Insegno-Eredità: "Per tanto tempo alcuni miei colleghi si sono accontentati di fare il preserale, adesso sembra che abbiano capito tutti che è la fascia più importante della tv italiana: ci sono programmi che fanno il doppio degli ascolti delle proposte di prime time. Con il mezzogiorno, è rimasto l'ultima baluardo della tv generalista". Nonostante i mille impegni in tv, Gerry Scotti ha trovato il tempo per scrivere il suo primo libro, Che cosa vi siete persi (Rizzoli): "È il racconto dei trent'anni della mia vita prima che diventassi Gerry Scotti, attraverso la storia degli oggetti, dei luoghi, delle persone che ho incontrato". "Noi tutti - si appassiona - abbiamo nei cassettini della memoria oggetti cult, come il Ciao, la radiolina, il mangiadischi... Parlarne è il modo più tangibile per lasciare ricordi a quelli che verranno. Leggendo il libro con amici e parenti può venirne fuori un talk, anzi non escludo che diventi una tournée teatrale o un programma di seconda serata".
Cosa si sono persi i ragazzi di oggi? "Un mondo in cui avevamo meno di adesso, ma avevamo tutto. Oggi ci sono tante opportunità, eppure è più facile sentire di non aver niente in mano. Noi abbiamo vissuto di poco, ma quel poco era tantissimo".
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