Torna dove tutto è
iniziato Massimiliano Caiazzo, al Giffoni Film Festival, dove
era stato quattro anni fa allo scoppiare del fenomeno Mare
Fuori. Ed è subito all'attualità il riferimento: "Scampia è
stata un colpo nello stomaco per me. Anche se ora vivo a Roma le
mie radici sono qui" dice il 27enne di Vico Equense diventato
celebre e amatissimo per la sua interpretazione di Carmine nelle
prime quattro stagioni della serie Rai.
Le curiosità dei ragazzi in sala sono tantissime: dall'inizio
del suo percorso, definito da Massimiliano "agitato e
fortunato", alle sue fonti di ispirazione - "tra gli italiani,
Fabrizio Gifuni e Luca Marinelli" -, fino al suo rapporto con i
social network, quando l'attore ammette: "Ho dovuto cancellare
TikTok perché, senza rendermene conto, da che volevo starci
cinque minuti, improvvisamente diventava un'ora. E questa
perdita di tempo per me non esiste proprio. I social usano un
meccanismo simile a quello delle slot machine. Io l'ho
cancellato perché mi distraeva, mi rendeva meno produttivo. Non
voglio demonizzare i social però. - sottolinea - Credo che siamo
in una fase di transizione, demonizzare non servirà a nulla
perché i social sono un'onda troppo più forte. Bisogna
semplicemente capire quale può essere il miglior modo dal punto
di vista lavorativo di utilizzarli", lasciandosi andare alla
confessione di un suo rituale durante le riprese: "Quando sono
sul set metto la modalità "in aereo" al telefono come un gesto
quasi scaramantico, sennò la scena non viene bene."
Che impatto ha avuto il successo? "All'inizio ho avuto bisogno
di una buona psicologa. C'è stato un periodo in cui ho
tentennato un pochino, in cui ho iniziato a sentire quella
responsabilità. Poi però ho iniziato a vedere la gratitudine. E
quindi ora ci convivo, consapevole del fatto che potrebbe
sparire da un momento all'altro." ma non ha dubbi sul suo
mestiere, che sente più come un'esigenza creativa oltre la fama
"il successo può passare ma io continuerò a fare questo. Non
avrei potuto fare altro."
Sono tante e inevitabili le domande sulla sua interpretazione e
sul personaggio di Carmine in Mare Fuori, e sull'uscita di scena
del personaggio dalla serie: "Era chiaro che l'arco narrativo di
Carmine stava andando a chiudersi, ed era giusto così. Ci siamo
accompagnati in un percorso, in cui lui ha realizzato il sogno
della libertà e dell'amore libero con sua figlia. E dico
finalmente per lui!" integrando il ragionamento con una
riflessione più generale "Un personaggio per quanto possa essere
importante nella storia, non è la storia". Tra le cose in comune
tra persona e personaggio, Caiazzo cita il bisogno di protezione
e "la capacità di credere in un sogno in maniera imprescindibile
e andarci dentro nonostante tutto e tutti", mentre tra i punti
di distanza secondo l'attore c'è il coraggio: "Carmine è più
coraggioso di me. Questo è un criterio con cui scelgo i ruoli.
Per me i personaggi sono i sogni di noi stessi. La parte più
coraggiosa di noi, quella che non riusciamo a mettere in pratica
nella vita normale".
La sua aspirazione più grande? "Sogno di ritornare a teatro con
qualcosa scritto da me. È il mio obiettivo" afferma senza
esitazione l'attore ricordando l'esperienza di Una, nessuna e
centomila all'Arena di Verona in cui insieme ad Anna Foglietta
ha portato in scena un potente monologo contro la violenza di
genere "A Verona ho portato in scena una cosa scritta con
un'altra artista, con molta più esperienza di me e mi ha
ispirato moltissimo. Quindi mi sono detto ma forse è possibile
farlo anche da solo".
Tra i prossimi progetti in uscita c'è la serie ambientata a
Napoli "Uonder boys" di Andrea de Sica "in arrivo a fine anno su
Disney+" - dice Caiazzo - "in cui mi sono divertito moltissimo,
anche se è stato un set lungo, molto faticoso"; la serie "Storia
della mia famiglia" su Netflix della cui data di uscita non sa
ancora ma che per l'attore ha "un cast fortissimo, è stata uno
spazio di confronto importante per me" e il film "Nelle migliori
famiglie" dove dice l'attore "ho un piccolo ruolo ma è stata una
bella esperienza, soprattutto mi ha permesso di portare un certo
tipo di sensibilità in scena".
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