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The Bear 3 su Disney+, il menù è perfetto ma non sazia

The Bear 3 su Disney+, il menù è perfetto ma non sazia

Carmy e gli altri chef in una stagione bella ma interlocutoria

LOS ANGELES, 13 agosto 2024, 14:03

Redazione ANSA

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(di Lucia Magi) Arriva il 14 agosto su Disney+ la terza stagione di The Bear, la serie creata da Chris Storer sul clan Berzatto di Chicago che, tra mille avversità, dissapori e cicatrici, cerca di trasformare la bettola di proprietà familiare in un ristorante con aspirazioni stellate. Al solito, recitazione, regia, montaggio e colonna sonora sono impeccabili.
    Eppure, le nuove puntate solleticano il palato senza saziare.
    La prima stagione - uscita nel 2022 e premiata con 10 Emmy a gennaio - era stata un ottimo antipasto, capace di fare affezionare a una brigata di personaggi feriti e bisognosi di seconde occasioni, capeggiata dallo chef Carmy (Jeremy Allen-White), che tornava in città per prendere le redini della tavola calda gestita dal fratello appena morto suicida. La seconda (con un record di 23 candidature ai prossimi Emmy) era un sontuoso primo piatto, che mescolava gli ingredienti in modo sicuro, si prendeva il lusso di seguire la parabola di alcuni personaggi, deviando dalla linea narrativa principale, e di presentare l'intera famiglia in uno strepitoso episodio di flash-back.
    Le ultime dieci puntate hanno il sapore dell'insalata di rinforzo. Un contorno gustoso, ma interlocutorio, che serve a solleticare la promessa di una quarta portata più completa e saporita. Fx ha già confermato una nuova stagione e, anche se attori e produttori hanno le bocche cucite, pare che la lavorazione sia partita. E meno male, perché chi si è affezionato a Carmy, Sydney, Richie e agli altri, rimane deluso quando la stagione finale si chiude con la scritta "to be continued…", lasciando personaggi e storia con gli stessi nodi irrisolti di sempre.
    La narrazione si apre dove si era chiusa: Carmy è appena uscito dalla cella frigorifera in cui era rimasto bloccato, perdendosi l'inaugurazione del ristorante per amici e parenti e sputando la sua frustrazione addosso al solito cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach) e alla dolce Claire (Molly Gordon). Sempre più sepolto nel lavoro e nell'ossessione della perfezione, lo chef non affronta questi rapporti. Smette addirittura di fumare per non perdere tempo; "Every second counts", è il motto della cucina. In cinque ore di tv, farà a mala pena due sorrisi.
    Sempre con gli occhi dolenti, però.
    Anche Sydney (Ayo Edebiri, che ha meritato l'Emmy come miglior attrice secondaria per la prima stagione e la candidatura a miglior protagonista per la seconda) resta incagliata nei medesimi dubbi con cui l'abbiamo conosciuta: come arginare Carmy? Come trovare la propria voce? In più, deve rispondere a un'offerta di lavoro, ma non sceglie. Richie è cresciuto nella stagione precedente e qui lo vediamo tenerissimo con la figlia e insofferente con il cugino e la sua abnegazione esasperata.
    Natalie Berzatto, sommersa dai conti che non tornano e dalla pressione dello zio che finanzia il ristorante, sta per diventare madre ed è costretta ad affrontare il rapporto con la sua, una donna depressa e dipendente dall'alcool, interpretata dalla magistrale Jamie Lee-Curtis. Il ristorante che dà il nome alla serie, finalmente, apre le porte. È sempre pieno, ma le spese (economiche e umane) sono altissime. Per svariate puntate monta la tensione per una recensione del Chicago Tribune, che però non arriva mai. Tutto rimandato alla prossima stagione.
    Speriamo arrivi presto.
   

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