"Non sono mai stato ideologico, un
colpo di qua, un colpo di là, ho cercato di essere sempre un
cane da guardia contro il palazzo, sempre da parte della gente.
Sono stato accusato di essere un po' populista, ma per me la
parola 'popolo' è un termine di alto livello". Lo dice Massimo
Giletti, ospite di Mara Venier a Domenica In, alla vigilia del
suo ritorno in prima serata su Rai3 con Lo Stato delle Cose,
nuovo programma di Rai Cultura al via il 20 settembre.
"Racconteremo quello che viviamo, come sempre", "le mie
inchieste le faremo sempre", spiega. "Credo che oggi ci sia
un'esasperazione della paura, e quando vince la paura vincono
gli estremismi, perciò penso che anche la tv debba fare marcia
indietro, puntare di più sulla riflessione, e così con Rai
Cultura facciamo questo viaggio", sottolinea.
Dal 2020 vive sotto scorta per le minacce rivoltegli dal boss
Graviano: "Ti ci devi abituare, io ho spalle larghe, la
possibilità di difendermi anche nei processi e finora ne
affrontati 90, ma penso ai giovani ragazzi che scrivono articolo
di grande coraggio, specie sui giornali del sud, e rischiano
tantissimo. Il coraggio non è tanto non aver paura, ma andare
avanti anche se sai che devi avere paura per fare certe cose,
l'importante è trovare chi ti sostiene, perché l'isolamento è
pericoloso".
Dopo sei anni di esperienza a La7, dal 2007 al 2013, il
ritorno in Rai: "Sono entrato in studio per le prove e ho
trovato il figlio dell'operatore con cui avevo iniziato nel
1994: la bellezza di tornare in Rai è ritrovare le persone con
cui sei cresciuto. Sono emozionato, anche nel cambiare un
programma: oggi si fa fatica a cercare un strada diversa. Ho
pagato tanti prezzi, ma la bellezza della vita è così".
Il giornalista si commuove parlando dei genitori, degli
ultimi istanti di vita del padre, della malattia della madre: :
"Mia mamma quando mi guarda sorride, non ha più la possibilità
di parlare, ma mi riconosce". "Lo dico alle persone che vivono
la stessa situazione, i genitori non vanno mai abbandonati. Io
ho la fortuna di fare ciò che migliaia di persone non riescono a
fare, assicurare l'assistenza, ed è un grande problema per chi
ha un genitore con una malattia come l'alzheimer".
Quanto alla vita privata, "l'amore è una cosa bellissima,
l'ho vissuto tante volte nella vita; è un sentimento che ho
avuto fatica a vivere con continuità, oggi però sono pronto a
farlo. Ho 62 anni, devo agire prima di diventare nonno. Come mi
ha detto Carlo Conti, 'datti una mossa'. Se ho voglia di
famiglia? Vorrei sperimentare qualcosa che non ho vissuto, poi
ho sempre vissuto solo, forse è tempo di cambiare. Il
matrimonio? Magari nel 2025, nel 2026, vediamo", conclude.
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