"Il mio scopo è sempre stato quello di mettere me stesso in questa serie. Mi muovo e agisco come faccio sempre, anche sgraziato se occorre, dimenticatomi la macchina da presa. L' idea di Sanremo? È venuta agli sceneggiatori per il principio, in parte vero, che quanto più sono in difficoltà più rendo". Così Carlo Verdone parla della terza stagione di 'Vita da Carlo' presentata oggi a la Festa di Roma e che arriverà in esclusiva su Paramount+ da sabato 16 novembre. Serie, prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis, scritta da Pasquale Plastino, Luca Mastrogiovanni e interpretata da Carlo Verdone che la dirige in alternanza con Valerio Vestoso.
E aggiunge l'attore e regista romano: "Rispetto alla prima serie è molto più difficile far ridere. Il pubblico oggi è più complicato, più triste e poi devi stare attento a quello che si scrive. A volte grazie al politicamente corretto si sfiora il ridicolo, devi stare attento a non far arrabbiare nessuno, non vi racconto quanti pomeriggi ho perso con gli autori per non avere problemi di nessun tipo".
Che succede nelle dieci puntate della serie? Una sfida non da poco per Verdone, gli viene infatti proposta la direzione artistica del Festival di Sanremo e lui, dopo qualche dubbio, si convince di poter allestire davvero un Festival indimenticabile.
Ma a parte la difficoltà dell'impresa avrà contro: un'assistente co-conduttrice confusionaria come Ema Stokholma, un vicino di casa rumoroso e invadente come Maccio Capatonda, una figlia Maddalena (Caterina De Angelis) che non cura troppo il figlio di pochi mesi, un genero disoccupato e un ex moglie (Monica Guerritore) sempre presente insieme all'ex amante (Stefania Rocca). E per finire, Annamaria (Maria Paiato), una governante vegetariana e game addicted. Come alleati, per realizzare il festival si ritroverà Gianna Nannini, Nino D'Angelo e come consulenti Roberto D'Agostino e Giovanni Esposito.
Come cambia la serie in questa terza stagione? "I personaggi questa volta vivono più di vita propria. Sono sviluppate le storie di mio figlio, mia figlia, della la mia ex moglie, di Annamaria la mia domestica che soffre di ludopatia, insomma c'è l'immagine di un gruppo tormentato e divertente che dovrebbe avere qualche scatto in più rispetto alle precedenti edizioni".
Questa terza serie inizia con la volontà di Verdone di chiudere definitivamente con il cinema, ma sembra non essere affatto l'idea del regista: "Mai pensato di chiudere con il cinema. Il 14 novembre parte la quarta stagione di Vita da Carlo e poi, subito dopo, vorrei fare un film. È tanto tempo che sono lontano dalla macchina da presa, ma c'è stato il Covid e il pubblico ha disertato le sale. Insomma chiudo la tetralogia e torno al cinema".
Per quanto riguarda il suo rapporto con Sanremo, dice: "Ho fatto parte tre volte della giuria di qualità ed è stato molto faticoso. Si fanno molte battaglie per premiare l'uno o l'altro.
Fare davvero io il direttore artistico? Non è il mio lavoro, neppure sotto tortura, ci sono i trucchi del mestiere che io non conosco. Bisogna essere Conti, Bonolis, Amadeus per saper fare queste cose è un lavoro molto difficile che io non so fare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA