Le liti negli spogliatoi, la competizione, la gioia della vittoria ma il loro campionato del mondo è ben diverso da quello degli stramilionari calciatori. La sfida di Las Leonas, le leonesse, sa di riscatto sociale, di evasione dalle pesanti condizioni di vita, di tempo ritagliato per se stesse. Sono arrivate in Italia per lavorare o per studiare, spesso in modi pericolosi e una volta qui assistono gli anziani, tengono le case in ordine, accompagnano i nostri figli a scuola o allo sport, sono colf, caregiver, babysitter, spesso invisibili ai nostri occhi oppure di famiglia nella migliore delle ipotesi, hanno parenti lontani, figli e genitori da mantenere con il loro lavoro. È un mondo di donne a parte, fatto di fatica, solitudine, abnegazione.
Ispirata al documentario Las Leonas, prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti con Rai Cinema, presentato a Venezia alle Giornate degli Autori 2022, arriva ora una docuserie dalle stesse autrici Isabel Achaval e Chiara Bondì, in onda domani sabato 28 dicembre e sabato 4 gennaio su Rai 3 alle 15 e su RaiPlay, una produzione 11 Marzo Film in collaborazione con Rai Documentari, prodotta da Matteo Levi.
Nel cuore multietnico di Roma, dieci squadre di donne provenienti da paesi lontani si fronteggiano in un campionato di calcio femminile per vincere la coppa del mondo. Indossare la maglietta del proprio paese d'origine, o del paese adottivo, diventa motivo di orgoglio nazionale. Come sono arrivate in Italia queste donne? Da quanto tempo vivono qui? Che lavori svolgono? Quali problemi hanno dovuto affrontare? Che rapporto hanno con il paese d'origine e con l'Italia? Quali sono i loro sogni? Las Leonas lo racconta con un pretesto, la loro passione per il calcio, lo sport che praticano la domenica nel giorno di riposo.
La palla passa da dentro il campo da calcio a fuori, dove le vicende esistenziali, i percorsi e le storie di vita delle protagoniste s'intrecciano all'evolversi del campionato. C'è una squadra iraniana, una di russo parlanti (quindi ucraine, kazake, russe…), una italiana e poi una salvadoregna, una paraguaiana, una brasiliana, una argentina e una ecuadoregna. Tutte si scontrano fra Roma e Torino con l'obiettivo di vincere la coppa.
"Una passione che è anche riscatto sociale" raccontano le registe, mentre le loro storie affidate alla telecamera mostrano un lato nascosto di badanti, tate, domestiche, i loro sogni, le loro aspirazioni. Le veterane hanno cominciato alla Polveriera, un posto storico del Colle Oppio, un campo di terra ad un passo dal Colosseo che per anni è stato il luogo dove la domenica tante di loro facevano comunità, mangiando, bevendo, giocando a pallone. Molte di loro sognavano di diventare professioniste del calcio, ma anche fare questo torneo significhi dimenticare solitudini, lontananze, frustrazioni, la vita in un Paese straniero. Ci interessava - dicono - valorizzare la forza di queste donne, il campo di calcio metafora dell'esistenza".
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