di Marzia Apice
GRAMMENOS MASTROJENI, EFFETTI
FARFALLA. 5 SCELTE DI FELICITA' PER SALVARE IL PIANETA
(Chiarelettere, pp.192, 15 euro). La convinzione che tutti,
facendo la propria parte, seppur piccola, possano davvero fare
la differenza per cambiare in meglio il nostro caro, vecchio e
malandato pianeta Terra forse per molti è solo un modo di dire o
un luogo comune ormai stanco. In realtà, invece, è la strada più
concreta che abbiamo per salvare il mondo dal collasso sociale,
economico e ambientale. Guarda al futuro con fiducia e senso
pratico "Effetti farfalla", il libro scritto da Grammenos
Mastrojeni per Chiarelettere, in libreria dal 14 gennaio.
L'assunto da cui parte l'autore, docente di Ambiente e
Geostrategia in vari atenei e da oltre 20 anni impegnato nello
studio dei cambiamenti climatici del pianeta, è che non siamo
per nulla consapevoli di tutte le conseguenze, nel bene e nel
male, dei nostri gesti quotidiani: l'ormai celebre teoria
dell'"effetto farfalla", secondo la quale il battito d'ali di
una farfalla può scatenare un uragano dall'altra parte del
mondo, non è una specie di proverbio, ma scienza, perché è un
caposaldo matematico della teoria del caos. La Terra è dunque un
sistema che va visto in modo unitario e, se il nostro obiettivo
è vivere meglio, non è detto che necessariamente per aumentare
il nostro benessere ci sia sempre un prezzo da pagare e qualcuno
debba "soffrire" (un ceto sociale, un'area geografica,
l'ambiente e così via). Sulla Terra infatti la cooperazione è la
base per migliorare tutti, non solo alcuni. Basta dunque secondo
Mastrojeni "sintonizzare le nostre azioni con l'equilibrio
terrestre" e prestare attenzione al sistema nel suo complesso,
ossia alla sostenibilità, parola ormai abusata ma nodale. Vivere
in modo sostenibile di fatto significa fare scelte eticamente
giuste che a cascata genereranno tanti effetti positivi:
possiamo farlo tutti, in ogni settore della nostra vita, dal
cibo al vestiario, da come ci muoviamo a quello che buttiamo
fino a come spendiamo i nostri soldi. Gli esempi sono
tantissimi, e tutti spiegati nel libro con una serie di
ragionamenti logici e di buon senso, difficilmente confutabili.
Per esempio, sarebbe meglio mangiare "una bistecca in meno, ma
di buona qualità" e "un ortaggio locale e di stagione": essere
attenti alla qualità e alla provenienza dei cibi porta infatti
una miriade di effetti farfalla. Non solo, banalmente, perché
più un alimento è nocivo o deve essere consumato in quantità
ridotta e più la sua produzione comporta uno spreco di risorse
naturali: le ricadute positive, dimostra Mastrojeni, riguardano
anche settori apparentemente lontani, come "demografia,
migrazioni, Sahel, terrorismo, e abbiamo persino menzionato
legalità e delegittimazione dell'evasione fiscale", scrive. Lo
stesso ragionamento si può applicare ai vestiti: compriamo
troppo e male, per soddisfare spesso solo un bisogno di
apparenza e non una reale necessità di coprirsi. Ma, fermo
restando che anche la vanità serve a vivere meglio, basterebbe
solo comprare capi di migliore qualità, più durevoli e quindi
sostenibili, utili anche a non essere "servi" del consumismo e
delle mode. Capitolo dopo capitolo l'autore prosegue le sue
riflessioni anche in tema di mobilità, rifiuti, impresa,
economia e finanza: anche qui, il piccolo battito d'ali di una
singola farfalla - ognuno nella propria quotidianità - può avere
potenzialmente un impatto non trascurabile, e generare una
catena virtuosa.
Il libro non è però un mero elenco di cose da fare, come
spegnere la luce e limitare il consumo di acqua: quello che al
lettore chiede Mastrojeni è fare un passo in più per cercare
ognuno il proprio metodo, e adottare comportamenti che fanno
"guadagnare e al contempo portano il nostro pianeta a
rinascere". Perché, e questo va sottolineato, la sostenibilità
ha a che fare con la giustizia, ma anche con la non esclusione:
tutti devono trarre vantaggio da questo "cambio di rotta" e
nessuno deve rimanere indietro. I sacrifici non sono poi così
radicali, perché in fondo, spiega l'autore, "il nostro è il
pianeta del gratuito piacere di vivere, non dell'eroica
rinuncia". E ancora: "Se scelgo di proteggere davvero i miei
interessi, tendo a essere sostenibile e il mio comportamento
tende a essere di giustizia. Se scelgo la soluzione più giusta,
questa tende a soddisfare al massimo i miei interessi,
proteggendo al contempo il pianeta. Siamo parte di un'equazione
dove benessere = sostenibilità = giustizia. E se ce la giochiamo
bene il prodotto di questi fattori è la pace": messa in questi
termini, forse allora varrebbe davvero la pena provare a fare la
nostra parte.
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