CINZIA TANI, ANGELI E CARNEFICI (Rizzoli, pp. 469, 19 Euro). La svedese Greta Garbo, che da commessa nei grandi magazzini è diventata una delle più grandi dive di Hollywood, incarnando sullo schermo il ruolo della femme fatale, accanto alla statunitense Nancy Doss, che invece seduttrice pericolosa lo è stata nella vita reale, uccidendo senza pietà i suoi quattro mariti. Oppure le tedesche Hannah Arendt e Ilse Koch, la prima, politologa e filosofa, perseguitata per le sue origini ebraiche, la seconda sadica torturatrice di prigionieri ebrei nei campi di concentramento.
Sono 22 le donne celebri, "eccellenti" nel bene e nel male, che Cinzia Tani ha scelto come protagoniste del suo ultimo libro dal titolo "Angeli e carnefici", edito da Rizzoli. In questa riflessione tutta al femminile, l'autrice si interroga attraverso le vite emblematiche di queste donne se sia il patrimonio genetico o invece la diversità di educazione, ambiente e incontri a determinare il destino di una persona.
Dopo il superamento delle teorie lombrosiane, ormai la scienza propende per un approccio interdisciplinare basato sull'interazione tra geni e ambiente, una convinzione abbracciata anche dalla scrittrice in questo libro. Rosa Luxemburg e Bertha Gifford, Isadora Duncan e Marie Becker, Helen Keller e Louise Peete, Eleanor Roosevelt e Martha Wise, Freya Stark ed Edith Thompson, Dolores Ibárruri e Ruth Snyder, Tina Modotti e Marie Besnard, e poi Billie Holiday e Violette Nozière, Rosalind Franklin ed Evelyn Dick oltre alle già citate Greta Garbo e Nancy Doss, Hannah Arendt e Ilse Koch: eccole le donne scelte dalla Tani, dopo un lungo e accurato lavoro di ricerca, tra biografie e documenti ufficiali, per scovare i dettagli meno noti ma più rappresentativi. L'autrice le ha divise in 11 coppie, in cui la "buona" figura accanto alla cattiva: nate nello stesso anno, le protagoniste sono diverse tra loro, non si sono mai incontrate eppure hanno qualcosa che le lega. Tutte vissute tra '800 e '900, sono anime generose e luminose nella loro predisposizione agli altri oppure al contrario criminali senza scrupoli né troppa coscienza. Il libro ci presenta le loro vite delineandone le fasi principali per offrire un quadro esaustivo delle scelte che queste donne hanno compiuto: ne emerge un quadro curioso e appassionante, scritto con un registro narrativo fluido e brillante. L'autrice, come per accorciare idealmente le distanze con il lettore, anticipa le singole storie in brevi paragrafi in cui fa parlare le protagoniste in prima persona, lasciando che siano loro stesse a presentarsi condensando in poche righe le proprie esistenze. Poi arriva il racconto vero e proprio, in cui Tani si sofferma sull'infanzia, sui rapporti con i genitori, sui primi amori, sui contesti sociali in cui sono cresciute: posandosi su di loro come una carezza, senza offrire giudizi ma con uno sguardo indagatore che tutto scruta, la scrittrice prova a svelare il perché della scelta "madre" compiuta da queste donne, quella che ne ha poi determinato il destino, ossia cosa le ha spinte a orientarsi verso il bene o verso il male, a restare nella storia per l'appunto come angeli o carnefici.
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