IOLE MANCINI-CONCETTO VECCHIO, UN AMORE PARTIGIANO (FELTRINELLI, PP 224 EURO 18)
Partigiana a vent'anni e per sempre, Iole Mancini, ultima sopravvissuta alla prigione di via Tasso - simbolo dell'occupazione nazista a Roma, dove operava le sue torture Erich Priebke - si racconta a 102 anni a Concetto Vecchio in 'Un amore partigiano'. Il libro esce per Feltrinelli per la Festa della Liberazione del 25 aprile. "Ricordo tutto, ma preferirei aver dimenticato. È così doloroso" confessa la Mancini a Vecchio, giornalista politico di Repubblica e scrittore.
"Ero convinto di scrivere la storia di una partigiana e alla fine ho scritto la storia di una donna molto forte e intelligente, ancora magnificamente sul pezzo a dispetto dell'età, molto aperta, anche verso i propri guai. Ho capito che questa parte era altrettanto importante" dice all'ANSA Concetto Vecchio.
A 17 anni Iole conosce sulla spiaggia di Anzio Ernesto Borghesi che diventerà suo marito. Quando scoppia la guerra lui è di leva a Firenze e le manda cartoline illustrate dell'esercito italiano, in una c'è scritto 'Ernesto ti ama'. "Dall'alto dei suoi 102 anni, dalle cose incredibili che ha vissuto Iole viene fuori una grande saggezza su come bisogna guardare alle vicende della vita. La resistenza che lei ha fatto non è stata soltanto contro i nazifascisti, ma anche nella sua capacità di fare i conti con i guai che ci capitano. Di sapere che la vita va accettata per come viene e infatti l'amore partigiano è doppio nel senso che è un amore tra due partigiani ma è partigiano per come lei intende l'amore" spiega il giornalista, autore tra l'altro con Feltrinelli del libro Giorgiana Masi (2017).
"Il 10 giugno 1940, dal balcone di piazza Venezia Benito Mussolini annunciò l'entrata in guerra. Ricordo che si diceva che sarebbe durata poco, che avremmo vinto in fretta" ricorda la Mancini. Poi l'8 settembre del 1943 i tedeschi occupano Roma, le cose cambiano e la Mancini e Borghesi entrano nella Resistenza, sono partigiani nei Gap. "Ci sono un sacco di cose che tornano oggi, l'invasione, la resistenza, l'attesa dei nostri, degli alleati che non arrivano mai, la fame, il perdersi. Le guerre sono poi alla fine sempre tutte uguali" dice Concetto Vecchio che ha chiuso il libro 2 mesi prima che scoppiasse la guerra in Ucraina.
Il 7 aprile 1944, dopo il fallimento di un attentato a Vittorio Mussolini, il secondogenito del Duce, Borghesi viene arrestato e portato a Regina Coeli, ma poi riesce a fuggire. La Mancini viene imprigionata a Via Tasso, cella 22, e interrogata a più riprese da Priebke, ma non tradisce il suo amore partigiano. "Dov'è Ernesto?" le chiedeva senza sosta, puntandole la luce di una lampada negli occhi, il boia delle Fosse Ardeatine. "Priebke ogni tanto mi dava uno spintone. Era metodico, duro, ottuso nel suo interrogare" racconta la Mancini.
Vecchio ci fa sentire la Iole di oggi, entrare nell'anima della partigiana alta 1,74, arrivata a pesare 50 chili durante l'occupazione, della sarta che Valentino omaggiò definendola "la principessa delle sottogonne" e della donna che ha vissuto tutto fino in fondo e ora custodisce numeri e ricordi in un'agendina vintage che ogni tanto consulta. Una storia di battaglie e resistenze anche nella vita privata, con una suocera ostile, il marito Ernesto che si lascia corteggiare da altre donne e dopo essere sopravvissuto muore a 49 anni di infarto. Un anno dopo Iole conosce, nel 1967, un pittore di origine bulgara, Ilia Peikov con il quale vive un nuovo e diverso amore, ma anche lui muore d'infarto nel 1988, il 7 aprile, lo stesso giorno in cui era stato arrestato Ernesto.
"E' anche un libro sul destino che a volte ti salva e a volte no. E' la sorte che decide per noi" afferma Concetto Vecchio che presenterà il libro con Iole Mancini il 29 aprile alle 17.00 alla Casa della Memoria e della Storia, a Roma.
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