(di Elisabetta Stefanelli)
SIBILLA ALERAMO, 'LUCIDA FOLLIA.
LETTERE D'AMORE A LINA'(CASTELVECCHI, pag. 147, euro18,50).
Sibilla Aleramo dopo una lunga relazione con Giovanni Cena
incontra improvvisamente nel 1908 al primo Congresso nazionale
delle donne italiane Lina Poletti, la giovane ravennate Cordula
tanto fiera quanto presuntuosa come appare dalle poche
testimonianze rimaste. Nasce un grande amore e un epistolario
ora pubblicato per la prima volta da Castelvecchi con
l'appassionata cura di Alessandra Cenni, studiosa tra i primi
a portare alla ribalta l'opera di questa grande autrice. In
queste pagine Sibilla rivela tutto il suo improvviso amore per
questa giovane donna ed è per lei la prima volta di un
sentimento omosessuale, un momento quindi di scoperta ma anche
di profonda riflessione. Sono lettere quindi d'amore ma non
soltanto perché Sibilla è già una grande scrittrice ed anche una
donna impegnata che fa della sua vita un esempio della lotta
femminista per l'indipendenza e la libertà. Ha già pubblicato
Una donna, che Lina si permette di criticare in una lettera del
7 maggio 1908 appena poco dopo il loro incontro quando scrive:
''tra le membrature un po' slegate e neglette dello stile ho
visto profilarsi soavemente altero il tipo della novissima
ribelle''. Ma abbiamo troppo poco di lei per capire. Sibilla
piuttosto in queste pagine riflette, con straordinaria lucidità
e modernità, anche su questo suo amore omosessuale sul senso
stesso di essere uomini e donne, sul senso della scrittura
femminile e maschile. Lei è per non cedere alle classificazioni,
''fluida'' si direbbe oggi, per non farsi imprigionare dalle
gabbie, vorrebbe mantenere una relazione sia col Cena che con
Lina cosa però che rifiuteranno entrambi e non sarà possibile
per la volontà esclusiva di possesso dell'uomo e della donna.
''Non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci - scrive Sibilla -
che, se in fondo a tutto questo c'era per noi una ragione
prepotente di vita e di bellezza appunto, dovevamo noi crearci
la nostra legge e seguirla risolutamente, senza guardarci nè
dietro le spalle nè intorno, e neppure in quel che dentro di noi
è vecchio, incerto, oscuro''. E in queste pagine Sibilla
racconterà tutta questa sua disperazione che è disperazione
amorosa ma è anche disperazione intellettuale. Di Lina sappiamo
ben poco, sono rimaste due lettere le altre sono andate perdute,
sappiamo pochissimo della sua vita intellettuale sappiamo di più
della sua biografia: si sposò obbligata dalla famiglia ma trovò
un uomo illuminato che voleva condividere con lei una vita
comune non condividendo gli orientamenti sessuali e la lasciò
libera di esprimersi, facendo lui altrettanto. Ebbe molte molte
amanti anche illustri, come Eleonora Duse e per lei scrisse
anche una commedia tentando il suo rilancio che è andata
perduta, ed ebbe poi una lunga storia con Eugenia Rasponi, che
aveva presieduto proprio il Congresso del 1908.
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