Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
(di Micol Graziano)
DANIELA TAGLIAFICO, 'RE GIORGIO' (RAI
LIBRI, PP. 256, EURO 19) Re Giorgio è il titolo del saggio di
Daniela Tagliafico, ex direttrice di Rai Quirinale, che
racconta, con stile vivace e accattivante, il Napolitano
pubblico e privato, i gusti, le passioni, anche quelle di quando
era giovanissimo; rivela episodi curiosi, interessanti dietro le
quinte come l'incontro tra Napolitano e Papa Ratzinger:
Benedetto XVI, in un colloquio privato, gli confidò che stava
per dimettersi.
Tagliafico parla di un Napolitano affascinato dalla
recitazione: "Un giorno il sedicenne Napolitano declamò La
pioggia nel pineto di Gabriele D'Annunzio come fosse un grande
attore di teatro e tutta la classe, professori compresi, scoppiò
in un applauso scrosciante. Aveva pure preso lezioni di
dizione", scrive Tagliafico che aggiunge altri dettagli:
"Napolitano frequentava anche assiduamente il loggione del
teatro Mercadante e si era lanciato nella regia della commedia
Casa sull'acqua di Ugo Betti, con Patroni Griffi che faceva la
scenografia. Era l'aprile del 1941, dunque piena guerra".
Da ragazzo Napolitano scriveva articoli di critica
cinematografica ed è rimasto un raffinato cinefilo. Nel 2014
alla Mostra del cinema di Venezia apprezzò il film di Alejandro
González Iñárritu, Birdman. Francesco Rosi, Olmi, Scola,
Visconti sono alcuni dei suoi registi preferiti.
La precisione è una delle caratteristiche del presidente
emerito, uomo "meticoloso" e "certosino": "Quando era un giovane
esponente del Partito comunista terrorizzava i giornalisti
dell'Unità che dovevano trascrivere i suoi interventi al
Comitato Centrale da pubblicare sul quotidiano. Pretendeva che
glieli facessero leggere, con la punteggiatura corretta, prima
di andare in stampa", spiega ancora Tagliafico nel volume.
A dargli il soprannome di Re Giorgio è stato il New York
Times che lo definì 'King George', appellativo che aprì la
strada al dibattito se Napolitano sia stato troppo interventista
o se, come altri capi di Stato, abbia esercitato con pienezza i
poteri attribuitigli dalla Costituzione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Ultima ora