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La guerra, l'autiere e la sartina

La guerra, l'autiere e la sartina

Nel testo di Nunnari l'amore attraverso le lettere dal fronte

ROMA, 06 ottobre 2023

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Enzo Quaratino) MIMMO NUNNARI, GUERRA E AMORE NELL'ITALIA DI MUSSOLINI (Rubbettino, pp 182 - euro 16.00) Sullo sfondo della Seconda guerra mondiale la storia di un amore, forte e saldo, tra un soldato autiere della divisione "Savona" e una sartina: la racconta il giornalista e scrittore Mimmo Nunnari nel romanzo "Guerra e amore nell'Italia di Mussolini", dedicato a quella generazione di uomini e donne a cui la guerra rubò gli anni della gioventù e anche i loro sogni.
    I maschi andarono al fronte a combattere e le donne - mogli e fidanzate innamorate - rimasero ad aspettare a casa, tra ansie e tormenti, il loro ritorno, pregando ogni giorno che tornassero vivi, e consapevoli che avrebbero dovuto portare, incise nell'anima, le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.
    L'autore ha preso spunto dalle centinaia di lettere d'amore inviate dall'Etiopia, dalla Libia e poi dalla prigionia in Sud Africa e Inghilterra, dall'autiere soldato alla fidanzata, che viveva l'attesa del suo ritorno tra ansie e tormenti in un piccolo villaggio marino sulla sponda calabrese dello Stretto di Messina. Quelle lettere - non solo le loro, ma di tutti i soldati in guerra - avevano supplito all'assenza, tenuto salda la passione, alimentato speranze, allontanato paure, esorcizzato il rischio di morte e difeso l'amore di uomini e donne innamorati da ogni avversità e malvagità. Erano state come una benedizione le lettere dei soldati, un balsamo per chi le scriveva e per chi le riceveva. Quelle inviate dall'autiere e che Mimmo Nunnari, figlio della coppia di innamorati protagonisti del libro, ha ritrovato conservate in una vecchia scatola di cartone, non erano solo missive d'amore, ma anche cronache dettagliate di traversate nel deserto africano alla guida di un camion, di un'automobile o a volte di una motocicletta, lungo strade e sentieri in cui si rasentavano dirupi paurosi. Il soldato descriveva l'Africa che aveva incontrato: i paesaggi montagnosi, le aride pianure, le foreste popolate di antilopi, di leopardi e di altre specie di animali; i giardini, i palmizi, gli insediamenti urbani in decomposizione, il modo di vivere di abissini e abissine, dei contadini e dei pastori dalle inconfondibili fogge africane. Ma negli ultimi tempi della guerra amarezza, nostalgia di casa e incertezza sul futuro avevano preso il sopravvento sulle cronache africane. Eventi bellici e sentimenti d'amore s'intrecciano nel racconto fino a giungere dopo la fine del conflitto a quello straordinario e irripetibile periodo del dopoguerra, quando quelle stesse generazioni di ragazzi e ragazze, divisi per anni dall'insensatezza della guerra, furono protagonisti della rinascita dell'Italia.
    Dalle pagine del libro di Nunnari traspare l'ansia dell'autiere e il desiderio di tornare a casa per finalmente sposare la donna amata; e, in una delle lettere di lei scritta mentre il conflitto imperversava, il suo tormento e la trepidazione per la sorte di lui. "...Caro Peppino - scriveva in una lettera - sono priva di tue notizie. Non so il perché, credimi, ma mi sento finire il cuore. Mi sembra che non verrà mai quel giorno che potrò essere tranquilla, assieme a te e vivere con te. Amore mio, mi auguro che presto riceverò una tua lettera, perché non ho pace nell'attesa, sono preoccupatissima per te. So quale periodo si trascorre in Africa. Maledico da mattina a sera sempre questa guerra, causa della mia infelicità.
    Finisco col dirti che i miei ti salutano tanto, nonché i tuoi.
    Da me accetterai bacioni a non finire. Tua per sempre, affettuosa Mimma…".
   

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