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La Bibbia parla di noi, come un romanzo

La Bibbia parla di noi, come un romanzo

Le nostre origini ne Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo

ROMA, 26 settembre 2024

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Francesca Chiri) IL DIO DEI NOSTRI PADRI. IL GRANDE ROMANZO DELLA BIBBIA, ALDO CAZZULLO (HarperCollins Italia; 336 pp; 19,50 euro) Il mistero, la fede, la dottrina, financo politica, l'archetipo e la psicologia, in una babele di storie, racconti epici e romanzi, che, come ogni grande opera, "parla di noi".
    La Bibbia è allora una lettura che vale la pena affrontare, magari aiutati dalla guida attenta di Aldo Cazzullo che ci conduce tra le pagine di un libro complesso, a volte brutale, spesso difficile da apprezzare per un lettore contemporaneo, ma che va ascoltato perché "è la nostra voce che viene da lontano e che ci porta lontano". E leggerla, "o ripercorrerne le vicende come stiamo per fare, non è solo un'avventura spirituale. È un godimento dell'anima e della mente".
    D'altra parte è con la parola che Dio crea il mondo. E - ci ricorda Cazzullo - con le storie "ci racconta com'è fatto. Come funziona l'animo umano, di quanti vizi e quanto valore siamo capaci, quale sarà il nostro destino. Ci racconta cos' hanno sognato i nostri padri, il luogo in cui i nostri padri sono adesso, e cosa attende noi. Le pagine della Bibbia non sono soltanto le fondamenta della nostra fede; sono l'origine della nostra cultura".
    Sono una lente per decifrare anche la complessità del mondo contemporaneo, come hanno sempre fatto, nel corso della storia, studiosi, letterati, artisti: le loro ispirazioni, le loro chiavi di lettura sono un' altro contributo che Cazzullo prende in prestito andando a ripescare le attente, a volte poetiche, riflessioni di Fenoglio o di Tolstoj, di Melville o di Edgar Lee Masters, Quasimodo o Montale, arrivando finanche a Elon Musk che accarezza il mito dell'immortalità o, come presago, a Henry Kissinger che prima di spegnersi aveva ammonito sul rischio delle religioni e sull'avanzata degli adoratori dell'intelligenza artificiale. Ma tira in ballo anche Freud perché, osserva, nella Bibbia Dio ci parla anche attraverso i sogni, perché la Bibbia è interpretazione. Perché il serpente tenta la donna? E' il diavolo fuori da noi, o il male è dentro di noi? "La vera tentazione è la superbia, l'egoismo, il narcisismo. È l'illusione dell'eternità e dell'onniscienza, che oggi hanno la forma della clonazione e dell'intelligenza artificiale".
    La Bibbia, inoltre, "non è solo la vicenda del popolo ebraico; è l'infanzia dell'uomo. Il tempo in cui il mondo era giovane, in cui Dio ci parlava, e chi voleva poteva ascoltarlo. E quando Dio si manifesta, spesso si presenta così: 'Io sono il Dio dei tuoi padri' ". I padri, appunto. "Quelle dei nostri nonni e dei nostri genitori sono state le ultime generazioni convinte di vivere sotto l'occhio di Dio. La nostra, di noi cinquantenni, è stata la prima generazione di agnostici, che sapeva di non sapere. Poi sono venute generazioni che non hanno coltivato neppure i dubbi. Al tempo della Rete, del resto, passato e futuro non esistono: chiedersi da dove veniamo e dove andiamo non usa più. Anche per questo oggi non si legge più la Bibbia".
    Anche per questo, invece, andrebbe letta.
   

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