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In evidenza
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(di Mauretta Capuano)
LAURA IMAI MESSINA, TUTTI GLI
INDIRIZZI PERDUTI (EINAUDI, PP 232, EURO 19,50). Lettere mai
recapitate a destinatari irraggiungibili. Scritte alla vecchia
vicina di casa che leggeva libri ad alta voce, alle cose perdute
della vita, a un marito che non c'è più. Parole d'amore, di
dolore, di riconoscenza. A raccogliere tutta questa
corrispondenza che non è mai arrivata a destinazione è un posto
davvero unico, l'Ufficio Postale alla Deriva dell'isola di
Awashima, in Giappone, dove ci porta Laura Imai Messina nel suo
nuovo romanzo 'Tutti gli indirizzi perduti', pubblicato da
Einaudi. La scrittrice, nata a Roma, che da 21 anni vive in
Giappone con il marito e i due figli, ci ha abituato a questi
luoghi particolari, che sembrano inventati ma esistono
veramente, a partire dal caso editoriale 'Quel che affidiamo al
vento' dove da un telefono senza fili in una cabina telefonica
nel giardino realmente esistente di Belle Gardia, in Giappone,
le persone hanno la possibilità di parlare con chi hanno
perduto. Questa volta, attraverso la figura di Risa, figlia di
un postino che ha lavorato tutta la vita affinché neppure una
lettera andasse perduta, Imai Messina esplora i legami visibili
e invisibili tra le persone e il valore della scrittura come
atto in sè.
"L'apparente somiglianza con Quel che affidiamo al vento poteva
essere un ostacolo, ma il potenziale narrativo mi è sembrato
immenso soprattutto perché questa volta il mezzo non è la voce,
ma la scrittura per la scrittura e forse è questo che mi ha
affascinata di queste lettere. È scrittura purissima, fatta per
pensare meglio, esattamente come io concepisco lo scrivere" dice
all'ANSA Imai Messina.
Ma come trovi questi luoghi che si fatica a credere esistano?
"Ce ne sono tantissimi in Giappone. È un paese che riesce a
dare una forma più concreta alle cose poetiche nel senso che non
scarta quello che viene considerato inutile. Un ufficio postale
diventa una sorta di scrigno, una cassaforte di parole di
sconosciuti ad altri sconosciuti, lette ad altri sconosciuti
ancora". E proprio dell'importanza che ha nella nostra vita
quello che non conosciamo e all'invisibile è dedicato il libro.
"Entrare nell'ufficio postale alla Deriva è stata una sorta di
epifania" per Imai Messina, ha visto che cosa significava
concretamente, non filosoficamente il concetto di dare valore a
qualunque persona al di là del suo merito, al di là del rapporto
di conoscenza. Mi sono accorta di quanti sconosciuti
avvolgessero la mia vita" racconta la scrittrice.
"La vita delle persone è fatta soprattutto da sconosciuti. Se
dai valore alle persone solo sulla base del fatto che le conosci
lasci fuori tutta l'umanità. Spesso si pensa al 'che cosa serve'
e questo è veramente poco lungimirante. La maggior parte delle
cose che ci sono nel mondo sono invisibili ma sono reali,
esistono" sottolinea.
Risa si è offerta di catalogare le lettere arrivate in dieci
anni all'Ufficio postale alla Deriva. Un compito enorme e in
fondo spera che alcune di quelle parole siano indirizzate a lei.
Dal padre postino ha imparato a prendersi cura delle cose,
mentre dalla madre, che spesso abita una realtà tutta sua, ha
appreso l'amore per la poesia e l'invisibile.
"Il rapporto padre-figlia è un tema a cui mi sto avvicinando.
Sto andando in quella direzione però ci vogliono alcuni anni di
vita tra un romanzo e l'altro. Avrà grossi risvolti
autobiografici, con Italia e Giappone. Il rapporto di Risa con
suo padre è molto diverso da quello che avevo con il mio del
quale avevo molta paura, però mi affascina anche una relazione
di ammirazione. Per affrontare un argomento devi abbracciare
punti di vista completamente diversi. In questo percorso mi sto
facendo accompagnare anche da letture di scrittrici del
Novecento perché da sola ho un po' paura delle ripercussioni
emotive".
'Tutti gli indirizzi perduti' è un libro sui legami in cui le
lettere, rispetto all'email, sono veicoli di pensieri diversi.
"L'email ha il vantaggio della velocità, dell'urgenza della
comunicazione. Scrivere a mano diventa quindi una scelta, la
lettera è veicolo di comunicazioni diverse".
Parteciperai al Premio Strega 2025? "Non lo so. Se mai sarà non
lo deciderò io. Dovrei essere trascinata dentro. Il mio lavoro è
scrivere". Il prossimo libro, annuncia, "sarà per bambini,
uscirà per Salani, credo a settembre. È come i campi che vanno
coltivati diversamente a seconda degli anni".
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