La rivoluzione dell'intelligenza artificiale generativa è più difficile da affrontare delle altre, perché riguarda capacità finora considerate esclusiva di noi esseri umani.
La grande paura è la sostituzione dell’uomo da parte dei software in un mondo sempre più automatizzato.
Questo timore è comprensibile, ma non deve impedire di ragionare sulle opportunità che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, se ben guidato, può portare, creando nuove opportunità a vantaggio di tutti.
Non abbiamo bisogno di emotività. Dobbiamo fare la fatica di comprenderla complessità dei problemi, tenendo insieme tutti i fattori della realtà.
Vi sono alcune grandi questioni aperte:
• L’impatto dell’AI, le possibilità di integrazione fra vecchi e nuovi lavori, il ruolo decisivo della formazione permanente e della riqualificazione delle persone, di ogni età.
• Il passaggio dall’ansia della sostituzione alla convivenza con una nuova “specie” di colleghi: l’intelligenza artificiale collaborativa. Un "collega" che migliora la produttività, aumenta il lavoro di qualità, riduce il tempo per le attività a basso valore aggiunto, senza sostituire l'umano.
• Quali lavori l’intelligenza artificiale renderà obsoleti e quali creerà, come è già accaduto con il web?
• Intelligenza artificiale è un nuovo modo di pensare il lavoro e di considerare i lavoratori: il valore del lavoro non è uguale al tempo dedicato al lavoro, ma agli obiettivi raggiunti e al valore creato.
• La necessità di una nuova leadership che comprenda e guidi l’impatto sociale dell’AI sulla imprenditorialità delle persone.
• Le nuove opportunità di bilanciamento tra lavoro e vita, che si aprono con la diffusione degli agenti intelligenti e il nuovo ruolo di guida che devono svolgere imprenditori e manager.
* La comprensione che dopo il Covid è cambiato il modo che le persone hanno di intendere il lavoro. Per il 62,7% degli italiani il lavoro non è centrale nella propria vita.
* Il 76,2% dei giovani scambierebbe solo a caro prezzo un’ora di tempo libero con un’ora di lavoro.
* Per l’80% degli occupati in passato si è chiesto troppo a chi lavora: ora è giusto pensare di più a sé stessi.
*Rapporto Censis, gennaio 2024
Di tutto questo ragioneremo lunedì 13 maggio, a "Intelligenza artificiale e lavoro. Come cambia, come dobbiamo cambiare noi", al Cefriel, in Viale Sarca 226 a Milano.
PROGRAMMA
Apertura lavori
Antonio Palmieri, fondatore e presidente Fondazione Pensiero Solido
Alfonso Fuggetta, amministratore delegato del centro di innovazione digitale del Politecnico di Milano Cefriel
Gli italiani, il lavoro e l'intelligenza artificiale. Presentazione sondaggio Youtrend. Giovanni Diamanti, Presidente Youtrend, docente di marketing politico all'Università di Padova
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