Sono 5 i miliardi in arrivo nel 2014 dalla spending review.
Ascoltato di nuovo in Senato a meno di una settimana di distanza dalla precedente uscita pubblica, il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha chiarito innanzitutto le cifre: quest'anno i miliardi che si potranno risparmiare in 8 mesi da maggio in poi sono appunto 5, così come indicato da Matteo Renzi.
I numeri del 2014 sono stati il primo punto su cui i conti della grande operazione di revisione della spesa sembravano inizialmente non tornare: 3 erano i miliardi annunciati una settimana fa dal Commissario per i risparmi possibili quest'anno, 7 quelli su cui aveva invece puntato il presidente del Consiglio. Oggi il chiarimento ufficiale: 3 era una stima prudenziale, minima, ha spiegato Cottarelli, 5 sono i risparmi massimi, ottenibili in otto mesi di applicazione (considerando che siamo già a metà marzo), 7 quelli a regime se il 2014 fosse stato utilizzato in pieno.
Il commissario ha quindi passato in rassegna tutte le ipotesi di lavoro, comprese quelle su cui si sono scatenate le polemiche più accese. Si tratta solo di stime, scenari, proposte tecniche, ha sottolineato, ridimensionando in un certo senso il lavoro portato avanti finora, diventato oggetto di un'attenzione spasmodica da quando il governo lo ha legato a doppio filo alla riduzione del cuneo fiscale. E "bozze" le ha definite anche Palazzo Chigi.
Gli statali dunque innanzitutto. Ad essere coinvolti da tagli ed esuberi sarebbero, secondo le simulazioni di Cottarelli, ben 85.000, ma si tratta appunto, ha puntualizzato l'ex dirigente del Fondo monetario, di "una prima stima di massima" che va "affinata" continuando a lavorare. Idem per le pensioni. Il contributo una tantum per quelle tra i 2.000 e i 3.000 euro è solo uno "scenario illustrativo". La scelta, in questo come in tutti gli altri casi, spetta alla politica. Cottarelli lo ha ripetuto più volte: sta al governo decidere se, come e dove intervenire. Sta al governo optare per le sinergie tra le forze dell'ordine, senza rinunciare in nessun modo alla sicurezza, ma cominciando per esempio a porsi il dubbio sull'utilità o meno del reparto antisommossa della Guardia di Finanza. Sta al governo redigere il piano definitivo, che arriverà con ogni probabilità insieme al Def. Il baricentro si sposta dunque progressivamente verso Palazzo Chigi, dove Cottarelli si sposterà anche fisicamente la prossima settimana. Di molti suggerimenti del commissario l'esecutivo sembra già pronto a fare tesoro. Il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, lo ha annunciato al Tg2: "è previsto un intervento contro gli abusi delle false pensioni di invalidità: interverremo drasticamente per tagliarle". Parole che ricalcano in pieno quelle contenute nel piano. Ed anche più in generale sugli assegni pensionistici qualche apertura potrebbe arrivare.
"Penso che sulla fascia alta si possa fare qualcosa da subito", ha detto il sottosegretario all'Economia, Giovanni Legnini, non escludendo anche contributi una tantum per il taglio del cuneo fiscale.
Sul piano piovono intanto già le critiche. Dell'opposizione, da Forza Italia a Sel, e dei sindacati, allarmati proprio dai capitoli legati al welfare, con in testa la Cgil che parla di "ennesimo attacco al sistema pubblico".
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