"La realizzazione di riforme strutturali" per "un recupero di competitività è un passaggio essenziale per il rilancio del Paese". Così il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco parlando agli studenti del Collegio Borromeo. "Il processo di coordinamento Ue - aggiunge - potrebbe contribuire a definirne meglio i dettagli, ma la responsabilità ultima delle riforme resta nazionale".
Per il governatore di Bankitalia puntando sulla ripresa ''non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all'anno". "Anche se la regola sul debito prevede alcuni margini di flessibilità - ha sottolineato - è comunque sulla crescita reale dell'economia, quindi sulla ripresa degli investimenti che bisogna puntare".
Sta tornando, ha osservato ancora Visco, l'intresse degli stranieri per il Paese: "Emergono rinnovati segnali di interesse per i mercati italiani, incluso quello dei titoli di Stato" ha detto sottolineando come "le nostre stime indicano che il miglioramento" dello spread "riflette soprattutto l'abbattimento del rischio di disgregazione dell'area euro".
Visco ha spiegato anche che "non siamo in una situazione di generalizzata riduzione dei prezzi, di deflazione''.
E da Parigi arriva il monito di Mario Draghi a non allentare il percorso di risanamento dei conti "ora che il lavoro più duro è stato fatto". La politica fiscale, ha detto il presidente della Bce in visita a Parigi, "può supportare la crescita assicurando una migliore composizione del consolidamento, meno focalizzata sull'aumento delle tasse e più sulle priorità di spesa". La Bce comunque, "sostiene la ripresa" ed è "sempre pronta ad agire". E anche "un sistema bancario sano è necessario per arrivare ad una ripresa sostenibile''.
Unione bancaria o politiche di bilancio e riforme strutturali sottoposte all'esame dei Paesi partner, ha spiegato non significa "una perdita di sovranità". chiarendo che dopo le crisi degli anni '70 e '80 "nessuno può concludere che il ritorno a una mera giustapposizione di politiche nazionali possa migliorare la situazione in ognuno dei nostri Paesi. Ma "i risultati positivi" sono stati raggiunti "attuando politiche coerenti fra i vari Stati".
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