"Non ci saranno altri investimenti in Rcs, la società non ne ha assolutamente bisogno". Lo ha detto il presidente della Fiat, John Elkann. "Fiat - ha sottolineato - è azionista di Rcs da trent'anni, non siamo stati ne' Sergio ne' io a decidere di entrare nell'editoria. Un anno fa stava per fallire, i soci hanno dato il via libera al pacchetto di rifinanziamento, mancava la parte importante per completare l'operazione e per senso di responsabilità ci siamo impegnati a salvare Rcs dal fallimento".
"Eravamo convinti che Rcs potesse essere una società normale. C'è stato un dibattito sul tema editori puri o non puri - ha detto Elkann - ma il fatto è che le società editrici sono bene o mal gestite indipendentemente dall'assetto proprietario. Due anni fa, quando si è trattato di rivedere il cda, abbiamo preso posizioni molto forti: abbiamo ritenuto che fosse meglio un consiglio ridotto, non di venti persone, senza esponenti diretti degli azionisti. Abbiamo sempre lavorato affinchè Rcs potesse essere una società normalizzata. Quello che ha deciso il cda venerdì scorso va in questa direzione: la conversione delle categorie di azioni, maggior presenza degli azionisti di minoranza. Sono quindi decisioni che voteremo favorevolmente in assemblea". "La cosa che a Sergio e a me dà più soddidfazione, in una società che oggi ha più del 30% dell'azioniarato in mano ad investitori istituzionali - ha detto ancora Elkann - è che in un anno, da quando abbiamo preso questa responsabilità , le cose vanno molto meglio. La società anticiperà al 2014 quello che voleva fare nel 2015 e farà meglio di quello che si aspettava. Lo vediamo anche dall'andamento del titolo in Borsa: dall'aumento di capitale ha guadagnato il 40%. Sono dati che confortano".
Marchionne ha poi chiarito che "non abbiamo nessuna intenzione di scorporare Rcs con la quotazione di Fiat Chrysler a New York, resterà in pancia". Su Rcs, ha precisato, "non c'è stata alcuna divergenza tra me e John Elkann, sono solo pettegolezzi. Le nostre decisioni sono totalmente condivise".
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