"Un'azienda privata può fare quello che vuole". Così il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha risposto, nella trasmissione '2Next' su Rai2, ad una domanda sul percorso che porta l'azienda automobilistica sempre più fuori dall'Italia. La Fiat, ha aggiunto, "è un'altra azienda rispetto a quella che era negli anni '80".
"Non voglio fare il difensore di nessuno e nemmeno della Fiat" ha proseguito il ministro, aggiungendo tuttavia che "se pensiamo al percorso che il gruppo ha fatto dagli anni '80 ad oggi è un'altra azienda, gli investimenti sono stati fatti". Piuttosto, a giudizio della Guidi, "occorre creare le condizioni perché qualunque azienda, italiana o straniera, ritrovi un valore aggiunto nell'investire nel nostro Paese". Del resto, ha concluso, "nessuna azienda può essere trattenuta a forza ed obbligata per legge ad investire".
Fiom a Guidi,a che serve allora ministro Sviluppo? - "Se la Fiat può fare quel che vuole a cosa serve un ministro dello sviluppo economico nel Governo Italiano?". Così Michele De Palma, coordinatore Fiat della Fiom replica al ministro Federica Guidi. "Le sue dichiarazioni - osserva - sono le stesse dei governi precedenti. L'obiettivo del ministero dovrebbe essere assicurare investimenti e occupazione. Che la ministra Guidi rilasci queste dichiarazioni, mentre la metà dei lavoratori in Fiat sono in cassa integrazione e il sistema industriale, anche nell'indotto e nella componentistica, rischia di perdere l'intero settore dell'automotive, è insopportabile. Ricordiamo, inoltre, che é stato l'Oil a invitare il Governo italiano a intervenire sulla vicenda Fiat". "L'amministratore delegato del Gruppo ha recentemente dichiarato che vuol produrre 6 milioni di auto: il Governo italiano - chiede De Palma - rinuncia a negoziare una per avere una parte di quelle produzioni al fine di assicurare l'occupazione o è indifferente dinnanzi a eventuali ulteriori delocalizzazioni? Non ci risulta che i ministri di altri governi in Europa siano indifferenti rispetto alle scelte industriali di grandi gruppi".
Pesenti, Fiat predominante ma non ci sono spaccature - ''La mossa di predominanza della Fiat'' in Rcs ''è per avere la maggioranza'', ma il Lingotto ''mantiene ottimi rapporti con gli altri azionisti e non penso ci siano spaccature''. Così il presidente di Italcementi Giampiero Pesenti, che poi sottolinea che ''il Patto non c'è più ma le azioni ci sono e questa è la cosa fondamentale''. Pesenti ricorda quindi che ''abbiamo deciso di scendere ma intendiamo mantenere una partecipazione interessante'' in via Solferino. In relazione alla nuova governance, Pesenti sottolinea che, "perchè la società vada bene", l'importante è che "ci sia un Cda all'altezza della situazione''. Per il presidente di Italcementi poi ''gli azionisti possono esprimere dissenso in assemblea''.
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