L'assemblea di Terna ha respinto i requisiti di onorabilità degli amministratori, già bocciati da Eni e Finmeccanica e approvati dall'Enel. I voti favorevoli sono stati il 60%, ma il quorum era fissato ai due terzi del capitale presente. In questo caso a proporre la modifica allo statuto è stata Cdp, socio forte con il 29% del capitale.
Via libera dall'assemblea, con circa il 99% dei voti favorevoli, al bilancio 2013, che si chiude con un utile netto di 514 milioni di euro, e alla distribuzione del dividendo da 20 centesimi per azione. A Cdp, socio forte con una quota del 29,8%, viene così staccato un assegno di circa 120 milioni di euro.
Cattaneo: lascio azienda sana, con ottime prospettive - Dopo nove anni alla guida di Terna, Flavio Cattaneo è "fiducioso di poter affidare al nuovo cda un'azienda sana, con ottime prospettive di crescita sia sul fronte delle attività tradizionali che non tradizionali". Lo ha affermato lo stesso amministratore delegato uscente nel corso dell'assemblea degli azionisti. Nel suo intervento introduttivo, Cattaneo ha ricordato che il 2013 è stato "un anno di crescita su tutti i principali indicatori". Nei nove anni in cui ha guidato Terna, ha aggiunto, sono stati "investiti 8 miliardi nella rete, che hanno consentito di raddoppiare il livello degli asset gestiti e di colmare il gap infrastrutturale tra Italia e resto d'Europa, generando nel contempo risparmi per il sistema decisamente superiori agli investimenti. Questi traguardi si sono tramutati anche in valore per gli azionisti, basti pensare al raddoppio della capitalizzazione in Borsa e alla distribuzione di oltre 3 miliardi di euro in dividendi".
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