Ancora una volta Piazza Affari ha primeggiato in Europa. L'indice Ftse Mib è salito dell'1,88% a 20.831 punti, tra scambi brillanti per 3 miliardi di euro di controvalore, come nelle giornate di maggior attività e ben al di sopra della media delle sedute estive. A parte Telecom (-0,12%) e Wdf (-0,06%), ha chiuso in rialzo l'intero paniere delle blue chips, con in testa Mediobanca (+4,14%), Tod's (+3,75%) ed Enel (+3,5%), di cui il Tesoro non cederà quote, così come di Eni (+1,26%), almeno secondo quanto indicato direttamente dal presidente del consiglio Matteo Renzi in un'intervista. In luce i bancari Bper (+3,5%), Intesa (+2,92%) e Unicredit (+2,87%), che rientra tra i gruppi maggiormente esposti in Ucraina. Hanno favorito Fiat (+2,71%), invece, le vendite di Chrysler negli Usa e in Canada, diffuse queste ultime a mercati europei chiusi. Bene in campo automobilistico anche Pirelli (+1,95%) e soprattutto Sogefi (+5,28%). L'onda lunga del decreto Sblocca Italia ha premiato invece Buzzi (+1,9%), dopo il recente sprint di Italcementi, oggi in rialzo dell'1,05%. Sotto pressione Safilo (-25,7%) tra scambi fiume per 7,1 milioni di pezzi, pari all'11% del capitale e ad oltre 20 volte la media giornaliera mensile di circa 300.000 azioni. Il titolo ha scontato la decisione concordata con Kering di anticipare al dicembre 2016 la conclusione del contratto di licenza con Gucci, ricevendo a titolo di compensazione 90 milioni, poca cosa rispetto ai 250 milioni di ricavi derivanti secondo gli analisti proprio dall'accordo con la nota griffe.
Cala titolo Safilo
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Pesante scivolone invece di Safilo in Piazza Affari dopo aver deciso con Kering di anticipare al dicembre 2016 la conclusione del contratto di licenza Gucci, ricevendo a titolo di compensazione 90 milioni: il titolo ha concluso in calo del 25,7% a 11,9 euro. Violenti gli scambi: sono passate di mano 7,1 milioni di azioni Safilo (pari all'11% del capitale), contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa poco superiore ai 300mila 'pezzi'.
Petrolio su
Risalgono le quotazioni del petrolio dopo che ieri avevano toccato le quotazioni più basse da più di sette mesi. A spingere le quotazioni i dati sulla rafforzata domanda in Usa: i contratti sul greggio wti con scadenza ad ottobre guadagnano così 46 centesimi a 93,24 dollari al barile. Il Brent sale a 100,69 dollari.