1) Misure contro il rischio idrogeologico
L'Italia è un Paese caratterizzato da un forte rischio idrogeologico. Secondo un recente rapporto del Corpo forestale dello Stato, sono oltre 6.600 i comuni - l'82 per cento del totale - in aree ad elevato rischio idrogeologico, corrispondenti al 10 per cento della superficie della penisola. Il che significa che 5,8 milioni di italiani vivono in una situazione di potenziale pericolo, lo Sblocca Italia prevede un'accelerazione degli interventi che contrastano questa situazione.
Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, parlando dell'apposito capitolo 'dissesto idrogeologico' aveva sottolineato: "Per il sistema idrogeologico abbiamo 2,3 miliardi fermi che non siamo riusciti a spendere e rischiamo di perdere perché in parte sono fondi europei. Dobbiamo spendere questi soldi". Il capitolo sette del decreto è dedicato allo sblocco di queste risorse. Tra gli interventi, ci sono anche quelli sui fiumi che scorrono in aree metropolitane già colpite da alluvioni ed esondazioni, finanziati con 110 milioni di euro. Inoltre, sono previste misure per l'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione degli agglomerati urbani.
2) Bonifica del sito di Bagnoli
Il sito inquinato di Bagnoli–Coroglio sarà riqualificato e ad occuparsene sarà una nuova società per azioni. La norma contenuta nello Sblocca Italia prevede la nomina di un commissario di governo e di un soggetto attuatore che gestiranno la realizzazione del programma di risanamento dell'area di interesse nazionale. Il primo sarà nominato "sentito il presidente della Regione" e avrà il compito di coordinare gli interventi infrastrutturali di interesse statale con quelli privati, al suo compenso "si farà fronte nell'ambito delle risorse della Presidenza del Consiglio dei ministri". Il secondo, nominato con decreto di Palazzo Chigi, dovrà elaborare e attuare il programma e agirà come "stazione appaltante" per la bonifica e le infrastrutture.
L'ex Italsider di Bagnoli
Il soggetto attuatore rileva la proprietà delle aree e degli immobili - che ora fanno capo alla fallita società di trasformazione urbana Bagnoli Futura - ma soprattutto costituisce "allo scopo una società per azioni". Il capitale azionario della nuova Spa "potrà essere aperto - si legge nel decreto - ad altri soggetti che conferiranno ulteriori aree e immobili limitrofi al comprensorio Bagnoli-Coroglio meritevoli di salvaguardia e riqualificazione".
Commissario e soggetto attuatore si occupano solo degli aspetti procedimentali, non dei criteri e delle modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l'eliminazione delle sorgenti di inquinamento e per la riduzione delle sostanze inquinanti.
3) Ricerca idrocarburi e valorizzazione delle risorse energetiche nazionali
Oltre 17 miliardi di euro, provenienti da investimenti nazionali ed esteri, sono destinati ad azionare misure "sblocca energia". Interventi rivolti allo sviluppo delle risorse geotermiche, petrolifere e di gas naturale, con un progetto che dovrebbe portare un effetto sull'occupazione di 100mila unità e un risparmio in bolletta energetica per 200 miliardi in 20 anni.
Saranno escluse dai vincoli del patto di stabilità interno - dal 2015 al 2018 - le spese sostenute dalle regioni per lo sviluppo della ricerca di idrocarburi.
Diventano "priorità nazionale" i gasdotti che partono dall’estero (ad esempio il Tap che arriva in Salento) e gli impianti di rigassificazione, che di conseguenza godranno di una serie di semplificazioni.
Per valorizzare le risorse energetiche nazionali e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti si dispone che per prospezione, ricerca e coltivazione di gas e petrolio basterà una concessione. L'autorizzazione comprenderà una "dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell'opera e l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei beni in essa compresi".
Se per estrarre o trasportare gas e petrolio si dovranno cambiare gli strumenti urbanistici, il rilascio dell'autorizzazione avrà effetto di variante urbanistica.
4) Revisione incentivi per veicoli a basse emissioni
Cambiano i criteri d'accesso agli incentivi per chi acquista veicoli a basse emissioni inquinanti. Lo Sblocca Italia prevede che il contributo per l'acquisto o il leasing di vetture a basse emissioni complessive passi da fisso a potenziale: l'importo potrà raggiungere la soglia originaria (per esempio il 20% del prezzo, fino a un massimo di 4000 euro), ma anche essere inferiore. Ciò consentirà di distribuire meglio i fondi tra le diverse classi di veicoli agevolate.
Lo sconto spetta a chi acquista e immatricola veicoli fino al 31 dicembre 2015, per prenotarsi bisogna accedere al sito www.bec.mise.gov.it.
Continuerà a beneficiare degli incentivi anche chi rottama un veicolo sostituendolo con uno nuovo che utilizza in modalità esclusiva o con un'auto ibrida a combustibili alternativi (idrogeno, biofuel, metano, biometano, gpl, energia elettrica).
Infine, non è più necessario che il veicolo rottamato sia stato immatricolato almeno 10 anni prima, né che sia intestato al beneficiario da almeno 12 mesi.
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