"E' necessario e possibile uno choc per la crescita". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel suo intervento in plenaria al Parlamento di Strasburgo rappresentando la presidenza italiana di turno.
Il piano di investimenti presentato da Jean Claude Juncker è "quanto mai opportuno" perché c'è "un rischio serio di movimento verso la stagnazione". "Il governo italiano non ha ancora esaminato l'ipotesi di conferire risorse al Fondo, perché non sappiamo come funziona il Fondo" previsto dal piano investimenti di Juncker. Lo dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, dopo il suo intervento nella plenaria del Parlamento europeo. A chi chiede come giudichi l'effetto leva 1 a 15 annunciato dalla Commissione, Padoan risponde: "e' una cifra ragionevole, ma va valutata ex post".
"Confesso che devo ancora vedere i dettagli del disegno del Fondo" dice il ministro rispondendo ai giornalisti che chiedono se a suo parere i singoli paesi vorranno effettivamente contribuire "volontariamente" al Fondo europeo per gli investimenti strategici. Ma, aggiunge, "ci sono due questioni". La prima è "quale sarà l'implicazione dal punto di vista del rispetto del Patto di stabilità e crescita sui bilanci nazionali per un paese che conferisce fondi". La seconda, "quali saranno i criteri di ripartizione di queste risorse, non tanto verso i paesi quanto verso i progetti". Poi definisce come "fondamentale" il fatto che "ci siano buoni, ottimi, progetti nazionali che meritino quindi finanziamenti pubblici ma possano attrarre anche finanziamenti privati". Ed osserva: "Questo è un meccanismo che è già stato avviato da Ecofin, che ha messo in campo una task force composta dalla Bei, dalla Commissione e dai paesi membri per identificare progetti". "Il governo italiano - continua - ha costituito una task force per identificare progetti. Ne abbiamo individuati per un ammontare complessivo di 40 miliardi. Sono stati inviati alla Bei. Si farà uno scrutinio complessivo e già ci sono progetti che potrebbero essere finanziati da subito, perché ci sono risorse già disponibili in attesa che il meccanismo Juncker sia pienamente operativo".
"Il Piano Juncker e' il primo passo verso una svolta a favore della crescita e del lavoro", ha detto Padoan. Ma "richiederà parecchi mesi prima che sia messo in condizioni operative" e "nell'attesa, si può già adesso fare qualcosa". Lo rileva Padoan sottolineando che "ci sono progetti 'bancabili' e ci sono risorse per finanziarli" con la Bei.
"Le riforme strutturali sono necessarie in tutti i paesi" della Ue. "Bisogna andare avanti in fretta: nei confronti dell'Europa c'e' un'aspettativa crescente da parte dei cittadini, ma sono crescenti anche i rischi di delusioni", ha spiegato Padoan.
L'Italia ha "assolutamente la coscienza a posto" sulla legge di stabilità, sulla quale il governo "non ha ancora ricevuto una lettera" con i dettagli della opinione Ue. Lo dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sottolineando anche che, come già scritto nella lettera a Dombrovskis e Moscovici, "abbiamo un ambiziosissimo programma di riforme strutturali che continua".
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