L'economia italiana arretra ancora e a trascinarla al ribasso è l'assenza di investimenti. Nel terzo trimestre del 2014 il Pil è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,5% (dato peggiore delle stime) rispetto allo stesso periodo luglio-settembre dello scorso anno.
A pesare è stato in prima battuta proprio il calo di quelli che l'Istat definisce gli investimenti fissi lordi, in macchinari e attrezzature, in mezzi di trasporto e in costruzioni. In tre mesi hanno perso ben l'1%. Ma una buona notizia arriva sul fronte conti pubblici: il fabbisogno registrato nei primi 11 mesi migliora di 13,5 miliardi attestandosi a 81,9 miliardi (con un dato di novembre a -4,9 miliari per minori prelievi dai conti di tesoreria intestati alle amministrazioni locali, mentre, dice il Mef, gli incassi fiscali e gli interessi sul debito pubblico risultano sostanzialmente in linea con lo stesso mese del 2013).
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan guarda comunque alla crescita. E spiega che nonostante il fatto che ''balliamo pericolosamente sul sentiero della possibile deflazione" l'impegno per invertire rotta è massimo. Come fare? "La situazione grave in cui si colloca la governance dell'economia europea - spiega - sollecita maggiore integrazione: va perseguita l'unione dei mercati dei capitali e più in là andranno perseguite forme concrete di unione fiscale, problema che implica cessioni ulteriori di sovranità".
I consumi intanto restano fermi, senza alcuno scossone in grado di riflettersi in positivo o in negativo sull'economia. A guardar bene, la spesa delle famiglie residenti, in pratica degli italiani turisti esclusi, è aumentata di un lievissimo 0,1%. Per quanto limitato, il segno più si protrae da cinque trimestri consecutivi, ovvero dalla metà del 2013, da prima, quindi, dell'operazione 80 euro messa in campo dal governo a maggio scorso. La spesa delle pubbliche amministrazioni - che ormai da tempo hanno a che fare con la spending review - si è invece ridotta dello 0,3%, annullando dunque il flebile effetto positivo della spesa familiare.
Prevedendo quindi ormai un 2014 ancora di recessione, con la stima Istat di un Pil acquisito a -0,4% (sempre che il quarto trimestre si chiuda con crescita zero), gli occhi sono tutti puntati sulla legge di stabilità. Secondo il governo, la manovra potrà segnare finalmente un'inversione di tendenza, non solo per la stabilizzazione del bonus da 80 euro, che dovrebbe rassicurare le famiglie, ma proprio sul lato degli investimenti.
Viaggiando in parallelo con lo Sblocca Italia e con l'avvio di nuovi cantieri, il taglio del costo del lavoro, il calo delle tasse promesso dall'esecutivo, il raddoppio del plafond per la nuova Sabatini e le nuove risorse per il made in Italy introdotte come modifiche alla Camera potrebbero infatti dare una spinta all'economia. A livello europeo, il cambio di strategia deciso dalla nuova Commissione dovrebbe inoltre consentire maggiore respiro grazia al piano Junker proprio a favore degli investimenti.
Allo stesso tempo però in Italia la spending sugli enti locali, che comporterà anche tagli, porterà presumibilmente ad una nuova stretta nella spesa della P.A, che comunque sul Pil ha il suo peso. Nel corso dell'iter a Montecitorio, il governo ha inoltre attutito l'impatto dei tagli da 1,2 miliardi imposti ai Comuni, permettendo alle amministrazioni locali di ridurre non solo la spesa corrente, ma anche, appunto, gli investimenti.
Come dire, se si sono progettate scuole o strade, è anche lì che si può andare a sforbiciare per rientrare negli obiettivi previsti.
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