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Lavoro: 6 su 10 temono di perderlo, il 56% delle famiglie sente lontana la ripresa

Lavoro: 6 su 10 temono di perderlo, il 56% delle famiglie sente lontana la ripresa

Indice Confesercenti-Swg, verso miglioramento ma 14% non ce la fa

ROMA, 18 maggio 2015, 08:59

Redazione ANSA

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Un operaio in cantiere - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un operaio in cantiere - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un operaio in cantiere - RIPRODUZIONE RISERVATA

Oltre metà delle famiglie non sente ancora la ripresa: il 56% denuncia una situazione finanziaria insoddisfacente, il 14% non riesce a coprire le spese indispensabili, in più il lavoro resta al centro dei crucci. Ben sei famiglie su 10 temono che un familiare possa perdere il posto. Emerge da una rilevazione del nuovo indice SEF di Confesercenti-SWG, segnalando tuttavia una stabilizzazione generale verso il miglioramento.

Intervistate sulla propria condizione finanziaria complessiva, il 56% delle famiglie segnala ancora una situazione di disagio, con un 42% che si dice insoddisfatto ed un 14% del tutto insoddisfatto. Rimane al 44% - la stessa percentuale rilevata a febbraio - la quota di italiani soddisfatti. Si rileva una forte polarizzazione anche sul fronte del reddito mensile: più della metà dei nuclei segnala una situazione difficile, con un 47% che afferma di riuscire appena a coprire le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi ed un 14% di famiglie che si definisce povero. Le famiglie con meno problemi sono il 38%, mentre solo il 2% proclama di avere un reddito che permette alla famiglia di vivere agiatamente, potendosi concedere anche dei lussi. Non scemano invece le preoccupazioni ed i timori rispetto al posto di lavoro: ben sei nuclei familiari su dieci, il 64%, afferma di aver paura che qualche membro della propria famiglia possa perdere il posto di lavoro. Il dato, spiega Confesercenti, restituisce il livello di ansia percepito, non necessariamente una concreta possibilità di licenziamento; ma è indicativo di quanto il tema sia ancora in cima alle preoccupazioni degli italiani. Solo per il 36% la paura rispetto al lavoro è minima o nulla. Dagli indicatori emerge inoltre che per gli italiani la percezione della qualità della vita è insostenibile per 1 famiglia su 5 (il 21%), accettabile per il 34% degli intervistati e soddisfacente solo per il restante 45% del campione. Alla domanda se rispetto ad un anno fa si viva meglio o peggio ben il 46% del campione ritiene che le condizioni di vita siano peggiorate nell'ultimo anno mentre ben la metà, il 50%, sostiene di non aver percepito alcun cambiamento rispetto allo scorso anno e solo il 4% afferma di vivere meglio. La situazione di incertezza non permette ancora l'emersione, da parte delle famiglie italiane, di segnali di una piena ripresa dei consumi: alla domanda di come saranno fra sei mesi il 71% degli intervistati vede una situazione stabile o in peggioramento. Di questi, un cospicuo 41% risponde che sostanzialmente i consumi resteranno uguali, e un altro 30% li vede in calo. Solo il restante 24% del campione esprime, invece, un segnale di fiducia prevedendo un aumento della spesa dedicata ai consumi nei prossimi mesi.

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