Arriva la ripresa dell'occupazione ad aprile dopo due mesi negativi grazie al miglioramento della congiuntura ma anche agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato e alla riforma del lavoro. Nel mese gli occupati sono aumentati di 159.000 unità rispetto a marzo, un numero che ha fatto dire al premier, Matteo Renzi ''avanti tutta su riforme''. Per il premier c'è un collegamento con la riforma e l'avvio il 7 marzo del contratto a tutele crescenti. ''Abbiamo 159.000 occupati in più in aprile - ha twittato - primo mese pieno di Jobs act. Avanti tutta su riforme: ancora più decisi. #lavoltabuona".
Dati ISTAT: abbiamo 159mila occupati in più in aprile primo mese pieno di #jobsact. Avanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 3 Giugno 2015
Il dato è positivo anche per la disoccupazione complessiva, scesa al 12,4% (-0,2 punti su marzo) e per quella giovanile (-1,6 punti al 40,9%), anche se gran parte dell'occupazione in più è stata pescata tra gli inattivi soprattutto nella fascia più anziana grazie alla stretta delle regole per l'accesso al pensionamento. Segno più per gli occupati anche nel primo trimestre con un aumento di 133.000 unità sul primo trimestre 2014, grazie soprattutto alla crescita della fascia over 55 bloccata in ufficio dalla riforma Fornero (+267.000 al lavoro in un anno, un milione in più dal 2010). La disoccupazione nel trimestre scende di 0,6 punti percentuali e si attesta sul 13%, mentre continua la riduzione dell'inattività . E nel trimestre si segnala al Sud, dopo una lunga emorragia di posti, un aumento tendenziale degli occupati (+0,8%) superiore alla crescita media (+0,6%). ''Sono dati positivi - ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - che devono essere stabilizzati nel tempo. Tutti i segnali che abbiamo sono in senso positivo, si è ridotta la cassa integrazione autorizzata, è in corso la stabilizzazione dei contratti e gli avviamenti sono sempre più a tempo indeterminato". Di dati positivi parla anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi chiedendo comunque "prudenza" perchè sono dati che vanno ''confermati in periodi più lunghi'' mentre il numero uno della Cisl, Annamaria Furlan parla di segnali incoraggianti tornando a chiedere un ''patto sociale tra tutti i soggetti responsabili per ''favorire la crescita e gli investimenti e creare le condizioni per nuovi posti di lavoro''. Chiede prudenza anche il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo (''La valutazione la faremo sul semestre, ha detto, bisogna vedere i dati strutturali). L'Italia resta comunque molto lontana dai livelli di occupazione europei grazie anche all'alta percentuale di inattivi tra i 15 e i 64 anni. Nell'area euro la disoccupazione ad aprile è scesa all'11,1% dall'11,2% di marzo (11,7% ad aprile 2014) mentre nell'Ue a 28 il calo tendenziale è stato dal 10,3% al 9,7%. Il livello più basso si è registrato in Germania con il 4,7%. Nell'Ue a 28 l'Italia ha una disoccupazione inferiore solo ad altri cinque paesi. Vede segnali positivi per l'Italia anche l'Ocse: "Dopo una lunga recessione - afferma l'Organizzazione - l'economia italiana ha cominciato la sua graduale ripresa". Il ritorno alla crescita in Italia (+0,6% il pil stimato nel 2015) "porterà a un calo del tasso di disoccupazione, che rimarrà però ancora elevato". Per l'Ocse il tasso dovrebbe restare stabile al 12,7% quest'anno (nel primo trimestre è al 13%) ma scendere al 12,1% nel 2016. L'Ocse ha promosso il 'Jobs act' perchè avrebbe ''il potenziale per migliorare drasticamente il mercato del lavoro". Il prossimo obiettivo del governo sul fronte dell'occupazione, ha spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, dopo lo sforzo per "cambiare la natura del mercato del lavoro", sarà per ottenere posti di lavoro "di alta qualità , la più alta possibile".